Pico Zangheri: "Un milione di foto per raccontare la mia Riccione"

Migration

E’ un prezioso scrigno delle memorie in bianco e nero, la mostra "Foto Riccione. L’obiettivo di Pico", che sarà inaugurata oggi alle 18 a Villa Mussolini per il centenario della città. In cinquanta scatti il fotografo Epimaco (Pico) Zangheri, già collaboratore del Carlino, che nonostante i suoi 92 anni di appendere al chiodo la sua macchina fotografica non ne vuol sapere, cronista racconta mezzo secolo di Riccione. Nella mostra, curata da Davide Bagnaresi e dal figlio Gianni Zangheri, niente vip come Toto, Ekberg e Carrà, ma riccionesi nella loro quotidianità. "Nei decenni credo di aver scattato oltre un milione di foto. Rimasto orfano di padre, ho cominciato a fare questo mestiere a 13 anni, lavorando come apprendista nel negozio di Alfredo Ricci, che nel 1947 mi ha assunto come scattino. Nel 1974 ho acquistato la licenza della bottega e mi sono messo in proprio". Cosa raccontano le foto esposte?

"Alcuni decenni di storia imbastiti dai riccionesi, partendo dagli anni Cinquanta. Nella mostra che resterà aperta fino al 6 novembre si possono vedere i bimbi che partecipavano al concorso canoro Il Calimero d’oro, quelli che nel 1968 avevano ricevuto i regali dalla Befana e altri che scorazzavano con i tricicli a noleggio nei giardini del centro. Alcuni pannelli sono dedicati all’alluvione del 1954, al fortunale del 1964, alle mareggiate del 1976 e agli allagamenti che mettevano sott’acqua anche viale Gramsci".

Poi le testimonianze del boom turistico.

"In alcune immagini degli anni Settanta si vede la spiaggia affollata all’inverosimile, i saccopelisti, piazzale Roma invaso dalle auto e viale Ceccarini dalle moto. Ci sono scatti particolari, come la signorina sul dorso di un elefante finto in spiaggia e la ragazza che sfreccia nel laghetto Protti, davanti alla Mater Dei con un motoscafino. Il percorso continua con foto di gruppo scattate col personale degli hotel, bagnini e marinai per pubblicizzare Riccione anche all’estero. Così quella di Beppe Brilli che dorme su un pino in viale Ceccarini. Poi diversi eventi come i Giochi senza frontiere in onda su Raiuno negli anni Settanta, con i protagonisti".

Questa volta niente vip?

"Solo riccionesi, anche se i personaggi venuti a Riccione io li ho fotografati tutti, anche perché nel 1951 ho cominciato a fare foto al Savioli, poi alla Baita, alla Stalla di Bacillieri e al Cavalluccio Marino. Da Riccione è passato il mondo, l’elenco è infinito. Ho fotografato Papa Giovanni Paolo II, quando per la mucillagine i nostri sindaci erano andati a Roma".

Che dire di Riccione oggi?

"Nei decenni è cambiata tantissimo, ma io continuo ad amarla".

Cos’augura a Riccione?

"Di essere sempre più splendente".

Nives Concolino