Rimini, 3 febbraio 2025 – Febbraio sarà un mese chiave per provare a fare più luce su un delitto, quello di Pierina Paganelli avvenuto il 3 ottobre 2023, le cui fila da più di un anno non si riescono a sciogliere.
L’ex infermiera 78enne è stata ammazzata con 29 coltellate nel garage, in una notte in cui era appena rientrata a casa. L’unico indagato di questo omicidio è e rimane il vicino di casa Louis Dassilva. Ma, come è venuto fuori ultimamente, del dna del senegalese sui reperti del luogo del delitto non c’è traccia, così come ora anche le analisi sui suoi dispositivi elettronici sembrano scagionarlo. Dassilva è ancora in carcere (dal 16 luglio), nonostante la Cassazione abbia accettato il ricorso avanzato dai suoi legali per fare in modo che il Riesame riveda la decisione sulla misura cautelare.
Ci sono poi in questo mese di febbraio alcune date importanti che ci daranno ulteriori elementi per sciogliere il mistero su questo delitto, ma soprattutto per capire quanto l’indagato sia realmente coinvolto. Sono in calendario infatti, ben tre incidenti probatori, i cui risultati potranno essere materiale fondamentale per un eventuale processo nei confronti dell’indagato.

Dna sui reperti di Pierina: 6 febbraio
Giovedì 6 febbraio si terrà l’udienza conclusiva sull’incidente probatorio che riguarda i frammenti di dna ritrovati sui reperti di Pierina. Il lavoro per analizzare le tracce isolate in 34 reperti della scena del delitto è stato mastodontico e molto lungo, ma il risultato finale del superperito Giardina non riporta la presenza del dna dell’unico indagato.
"Ciò che per noi è importante – aveva detto Riario Fabbri, legale della difesa – è che la conclusione dell’incidente probatorio escluda la presenza del mio assistito sulla scena del delitto Paganelli, con un risultato che potrà essere inserito direttamente nel materiale per il processo”.
I legali di Dassilva oltre a voler chiedere la scarcerazione, hanno anche chiesto approfondimenti in merito alle altre tracce di dna rilevate. Ovvero quelle che appartengono a maschio 2 (traccia isolata su un impronta sul muro) e a maschio 3 (isolata sulla gonna di Pierina). Entrambi i profili sono rimasti ignoti.
Il 10 febbraio: l’esame dei dispositivi elettronici di Louis
Nonostante il mancato dna sulla scena del delitto, gli inquirenti, così come i figli di Pierina, avevano osservato come fossero presenti altri elementi a carico di Louis. Elementi che potevano renderlo colpevole, come gli indumenti del giorno del delitto che Dassilva non ha mai consegnato, oppure le disconnessioni dai suoi dispositivi elettronici (dalla piattaforma Netflix per esempio) proprio nei minuti in cui sarebbe stato commesso il delitto. Il buco temporale per la precisione è compreso tra le 21.44 e le 22.38 di quella sera.
Proprio sui dispositivi elettronici, è fissata per lunedì 10 febbraio l’udienza conclusiva di questo secondo incidente probatorio. Il giudice per le indagini preliminari Vinicio Cantarini ha richiesto di scandagliare i 2 smartphone, i 4 orologi digitali e i 2 computer portatili di proprietà di Dassilva. Da alcune indiscrezioni sulla perizia, però, è già venuto fuori che l’applicativo Health presente sull’iPhone di Louis avrebbe evidenziato un’attività motoria minima, proprio nella fascia oraria compatibile con il delitto.
La camminata sotto la telecamera della farmacia: l’11 febbraio
Del video della cam3, la telecamera sul retro della farmacia San Martino che inquadra proprio il garage di via Ciclamino, se ne è parlato a lungo. Quel dispositivo, a detta della Procura e degli inquirenti, avrebbe ripreso l’omicida passare subito dopo il delitto. È la prova regina su cui si basa tutto l’impianto inquisitorio della squadra mobile di Rimini e del pm Daniele Paci e secondo cui, quindi, quell’ombra che passa alle 22.17 del 3 ottobre 2023 sarebbe proprio Louis Dassilva.
Nel video sgranato però non si distinguono bene i tratti della persona e Dassilva sarebbe stato accusato di essere lui per il colore della pelle e per la camminata.
Martedì 11 febbraio sarà il giorno del terzo incidente probatorio: verrà dunque rifatta ‘la sfilata’ davanti alla telecamera per capire se l’individuo sia davvero Dassilva, o piuttosto il vicino di casa Emanuele Neri che, circa un anno dopo il delitto, ha fatto sapere di essere passato da lì proprio quella notte.