FRANCESCO ZUPPIROLI
Cronaca

Pierina, il Dna di Louis non c’è: cosa succede ora. Valeria: “Non siamo coinvolti, lo ripeto da oltre un anno”

La moglie di Dassilva accoglie con “sommessa soddisfazione” l’esito degli accertamenti scientifici. Gli avvocati dell’indagato: “Questo è il primo tassello utile alla scarcerazione. Aspettiamo la ‘camminata’”

Rimini, 6 gennaio 2025 – In un giallo che continua a muoversi a colpi di perizie e controperizie, il primo punto fermo – valido anche in fase dibattimentale a processo poiché raggiunto in fase di incidente probatorio – si è cristallizzato con la conclusione degli accertamenti sui 34 reperti consegnati dalla Scientifica al superperito del Tribunale Emanuele Giardina. Accertamenti che non hanno trovato alcuna traccia di Louis Dassilva sui vestiti di Pierina né tantomeno sulla scena del crimine: nel seminterrato di via del Ciclamino in cui la pensionata 78enne è stata trucidata con 29 coltellate il 3 ottobre 2023.

Si riparte da qui, dalla “sommessa soddisfazione” di Valeria Bartolucci. La moglie dell’unico indagato Dassilva, la quale all’indomani della notizia del deposito della perizia sul Dna, ha scandito: “Apprendo dagli organi di stampa che gli esami del Dna, effettuati sulla scena dell’omicidio della povera Pierina, escludono la presenza mia e di mio marito. Accolgo la notizia con sommessa soddisfazione, atteso che è da più di un anno che ripeto, in ogni sede, che né io, né Louis siamo coinvolti nell’atroce avvenimento dello scorso ottobre”.

A sinistra Valeria Bartolucci, moglie dell’indagato Louis Dassilva a destra (foto Migliorini)
A sinistra Valeria Bartolucci, moglie dell’indagato Louis Dassilva a destra (foto Migliorini)

Chi invece aspettava contando le ore e i minuti l’esito di questo primo incidente probatorio è stato Louis Dassilva. Il 34enne, dal carcere dei Casetti dove si trova dal 16 luglio scorso, ha provato “grande felicità per questo risultato”, ha spiegato il suo avvocato Riario Fabbri, che lo difende congiuntamente al collega Andrea Guidi. “Paura per il Dna c’era – ammette poi lo stesso avvocato Fabbri nel ripercorrere lo stato d’animo con cui Dassilva ha vissuto questi mesi antecedenti il deposito della perizia –. Perché avrebbe potuto esserci anche una contaminazione involontaria della scena, quando lui è andato a toccare il corpo di Pierina al momento del ritrovamento. Si è confermato però quanto dichiarato in interrogatorio: che l’avesse toccata solo per sentire il battito e in zone che non erano oggetto di approfondimento degli accertamenti sul Dna. La paura quindi era che avesse contaminato la scena con questo atto, ma alla fine si è confermato quello che confermava la difesa”.

E ora, la strategia difensiva dell’unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli guarda già oltre. All’altro incidente probatorio: quello sulla prova regina dell’inchiesta, sul filmato della cam3 della farmacia San Martino. “Con Louis dopo il Riesame è iniziata una programmazione degli step da seguire per arrivare a una istanza di scarcerazione. Questo è il primo tassello, ora vedremo gli esiti degli accertamenti sulla telecamera”, ha concluso ancora Fabbri.