Rimini, 5 marzo 2025 – Manuela Bianchi avrebbe detto di aver incontrato proprio Louis Dassilva prima di chiamare i soccorsi per il ritrovamento del corpo della suocera, Pierina Paganelli, nel garage di casa sua in via del Ciclamino a Rimini.
I minuti di vuoto (tra le 8.09 e le 8.20) tra la vista del cadavere della suocera e la chiamata dei soccorsi sono, infatti, il punto oscuro che non torna nel delitto di Pierina. Da ieri Manuela Bianchi è accusata di favoreggiamento e dopo l’iscrizione sul registro degli indagati, il suo interrogatorio nel palazzo di giustizia di Rimini, a carico del pm Daniele Pari e del capo della squadra mobile Marco Masia, è durato più di 13 ore (un interrogatorio fiume: dalle 9.30 alle 22 circa).
Cosa ha raccontato alla procura? “Manuela Bianchi ha finalmente detto la verità, ha collaborato con gli inquirenti precisando molto della mattina del ritrovamento del cadavere”, ha detto Davide Barzan consulente di Bianchi.
Da ciò che trapela per il momento pare che Manuela ritiri nuovamente in ballo Dassilva, prima di ieri unico indagato per l’omicidio, proprio quando invece i risultati preliminari della cam3 (la telecamera della farmacia) lo scagionerebbero.
Leggi anche: Omicidio di Pierina senza colpevole: 17 mesi di misteri e bugie

Cosa ha detto Manuela
Quanto alla “verità” di Manuela Bianchi, la donna avrebbe detto agli inquirenti che prima di chiamare il 112, avrebbe incontrato Louis Dassilva - col quale aveva una relazione extraconiugale - il quale dopo averla rassicurata, le avrebbe detto di non urlare perché c'era una donna morta nel vano che porta all'ascensore. Non la suocera, ma una generica donna deceduta, a quanto emerso.
Poi, l'indagato 35enne le avrebbe detto chi chiamare e cosa dire per dare l'allarme. Tutto questo in quattro minuti e mezzo. Minuti che ieri sono stati al centro dell'interrogatorio. Manuela avrebbe alternato lunghi momenti di pianto e di non ricordo al suo racconto.