
Gli agenti della polizia scientifica esaminano la scena del crimine. Tra i misteri del caso, un capello non repertato e le chiavi trovate accanto al cadavere di Pierina Paganelli
Rimini, 13 febbraio 2025 – Un nuovo mistero nel rebus di via del Ciclamino. A chi apparteneva il capello trovato vicino alla bocca di Pierina Paganelli, la donna massacrata con 29 coltellate il 3 ottobre del 2023? Per il momento si tratta solamente di una indiscrezione giornalistica più che di un vero e proprio elemento investigativo. La domanda è stata lanciata dalla trasmissione “Chi l’ha visto?”
“Osservando le foto scattate sulla scena del crimine dagli operatori della polizia - ha spiegato l’inviato del programma in onda su Rai 3 - abbiamo notato un particolare, ovvero un capello accanto alla bocca di Pierina, fissato ad una specie di sostanza ematica”.
Capello che, come riportato dalla trasmissione, non figuerebbe tuttavia tra i reperti consegnati al super perito del tribunale, Emiliano Giardina dell’Università Tor Vergata di Roma, né tra quelli isolati dalla polizia scientifica che ha svolto il sopralluogo nel garage interrato di via del Ciclamino. “Non c’è traccia della sua repertazione: nessun accertamento è stato fatto su quel capello” hanno sottolineato da “Chi l’ha visto?” Effettivamente, il capello potrebbe non essere stato incluso nell’elenco dei materiali ritenuti rilevanti ai fini dell’inchiesta in quanto appurato che apparteneva alla vittima.
La rivelazione di “Chi l’ha visto?” solleva comunque nuovi interrogativi, che si uniscono a quelli sollevati dalle parti nel corso dell’udienza sull’incidente probatorio riferito al materiale genetico proveniente dalla scena del crimine. Interrogativi che hanno portato il tribunale a disporre una proroga delle tempistiche degli accertamenti affidati al professor Giardina per analizzare in particolar modo due paia di chiavi - con annesso telecomando di apertura del cancello - rinvenuti accanto al cadavere, al fine di verificare l’eventuale presenza di tracce di Dna appartenenti all’aggressore dell’anziana.
Nel frattempo i riflettori sono tutti puntati sull’esito della ’camminata’ svoltasi martedì scorso in via del Ciclamino, alla presenza dell’unico indagato - Louis Dassilva, in carcere dal 16 luglio scorso - e del vicino di casa, Emanuele Neri. Un incidente che, secondo le prime indiscrezioni, avrebbe confermato le tesi della procura: le immagini dell’uomo che la sera dell’omicidio di Pierina Paganelli viene inquadrato da una telecamera di sicurezza di una farmacia, sarebbero sovrapponibili con di Dassilva. Ma gli avvocati della difesa del 34enne senegalese, Riario Fabbri e Andrea Guidi, invitano alla cautela.
"Attendiamo l’elaborato peritale che dovrà rispondere se è possibile fare comparazioni, e in caso positivo se queste comparazioni impattano con indagato o con il vicino di casa. I periti hanno richiesto 60 giorni, la soluzione quindi non è immediata”. “Tanto grande - proseguono gli avvocati - è la mole di dati da lavorare. Chiunque, pensando di guardare attraverso una vetrata un monitor a 5 metri di distanza, ritiene di avere risolto un dubbio che da mesi è oggetto di attente verifiche, sicuramente approccia in maniera inadeguata questo esperimento giudiziale”