LORENZO MUCCIOLI
Cronaca

Pierina, nuove analisi sulle chiavi : "Le ha utilizzate per difendersi". Si riapre la caccia al Dna del killer

Nessuna corrispondenza tra le tracce esaminate e il profilo genetico dell’unico indagato Louis Dassilva. Chiesta una proroga di 30 giorni per passare al setaccio ulteriori reperti, inclusi due telecomandi.

Davide Barzan insieme a Nunzia Barzan assiste la nuora della vittima (f. Migliorini)

Davide Barzan insieme a Nunzia Barzan assiste la nuora della vittima (f. Migliorini)

Nessuna corrispondenza tra il Dna di ’maschio 2’ e ’maschio 3’ – profili genetici isolati sulla gonna di Pierina Paganelli e su un’impronta digitale sulla parete del garage dove la donna è stata accoltellata – e Louis Dassilva, unico indagato per l’omicidio commesso il 3 ottobre del 2023. L’indiscrezione, trapelata già nelle scorse settimane, è stata confermata ieri nel corso dell’udienza riguardante l’incidente probatorio sul materiale genetico. Era presente il super perito del tribunale, Emiliano Giardina dell’Università Tor Vergata di Roma, e i consulenti delle parti. Su proposta dell’avvocato Nunzia Barzan e del criminalista Davide Barzan, che assistono Manuela Bianchi (la nuora della vittima), la Procura (pm Daniele Paci) ha chiesto una proroga di 30 giorni per un supplemento di perizia su nuovi reperti. Tra questi, due mazzi di chiavi - con annessi telecomandi di ingresso del garage - ritrovati accanto al cadavere di Pierina. Non si esclude che la Paganelli avesse in mano almeno uno dei due mazzi quando il suo assalitore si è parato davanti a lei: forse potrebbe averlo utilizzato per difendersi e in quel caso la superficie metallica delle chiavi (come pure quella in plastica del telecomando) potrebbe aver conservato tracce biologiche del killer. "E’ un’ipotesi che andremo ad esplorare - ha detto il professor Giardina - Come da prassi, è stata compiuta una selezione e siamo partiti dai reperti potenzialmente più interessanti dal punto di vista investigativo, ovvero dagli indumenti della vittima". "Riteniamo che la richiesta di effettuare analisi approfondite sulle chiavi della vittima sia di fondamentale importanza" ha detto Barzan. "Pierina - ha aggiunto l’avvocato Marco Lunedei, che insieme a Monica Lunedei assiste i figli della vittima - aveva delle ferite da difesa attiva sul palmo delle mani. Questo vuol dire che nel momento in cui è stata accoltellata non impugnava le chiavi, ma nulla può escludere che in una prima fase le avesse in mano e che siano cadute entrando in contatto con l’assassino. Tuttavia non dobbiamo dimenticare che, nell’ipotesi della Procura, l’aggressore agisce con una protezione, e questo diminuisce le possibilità di rinvenire Dna". Tra i reperti da analizzare, anche un paio di pantaloncini di Giuliano Saponi, figlio della vittima, sporchi di sangue. "Si tratta di pantaloncini che Giuliano si era accortodi avere con sé, nei giorni successivi al delitto, durante il periodo del ricovero in clinica. E’ stata la stessa Manuela, su nostra indicazione, a consegnarli agli inquirenti. L’interesse investigativo di questo reperto è in realtà molto basso" ha spiegato Monica Lunedei. "I profili genetici individuati ai fini della comparazione escludono la figura di Louis Dassilva e questo è un primo dato certo per noi molto importante" rilevano Riario Fabbri e Andrea Guidi, difensori del 34enne senegalese. "Ci sono dei tempi tecnici che si sovrappongono a quelli dell’incidente probatorio sulla cam 3. Vedremo cosa emergerà dal supplemento di indagine. Louis comunque è tranquillo".

Lorenzo Muccioli