Rimini, 15 marzo 2025 – Tra le sbarre del carcere di Rimini, ora Louis Dassilva vede una luce. La libertà: quella che manca al 35enne senegalese dal 16 luglio.
Quella che ieri, dopo più di 10 ore di udienza fiume per relazionare gli esiti dei tre incidenti probatori aperti nell’indagine, i suoi avvocati hanno formalmente richiesto presentando al gip la domanda di scarcerazione senza vincoli per l’unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, l’anziana uccisa nel seminterrato di casa a Rimini ormai lo scorso 3 ottobre 2023.

“Troppo gravi e concordanti”. Così erano stati definiti gli indizi a carico di Louis nell’ordinanza di misura cautelare in carcere per effetto della quale a luglio il 35enne era finito dietro le sbarre per l’accusa di omicidio. Un’accusa sostenuta come da un’architrave probatorio dalla ripresa di una telecamera della farmacia ’San Martino’ che alle 22.17 del 3 ottobre ’23, quattro minuti dopo che Pierina era stata uccisa con 29 coltellate nel seminterrato di là dalla strada, aveva immortalato una persona attraversare via del Ciclamino. Per la procura di Rimini, si sarebbe trattato proprio di Louis Dassilva, di ritorno dopo essersi sbarazzato dell’arma del delitto. Ma quel che ieri è emerso nel corso della relazione dei periti sembrerebbe dire il contrario.

E poco importa che l’incidente non sia stato chiuso, con un rinvio al 28 aprile per discutere di un altro quesito riguardante l’ignoto ripreso dalla telecamera: ossia il colore della pelle. All’uscita dal tribunale dopo otto ore di un’udienza senza esclusione di colpi tra le parti, il super perito del gip ha parlato chiaro: “Il giudice ha richiesto di proseguire con l’accertamento fino all’udienza del 28 aprile, mantenendo il solo quesito sul colore della pelle. Tutte le altre domande sul filmato sono state cassate, perché le conclusioni a cui siamo arrivati oggi, nonostante il contraddittorio che c’è stato, alla fine non hanno modificato il quadro che avevamo individuato noi. Noi siamo rimasti convinti, e credo anche il giudice, rispetto all’incompatibilità dell’altezza tra l’ignoto ripreso nella telecamera e Dassilva”.
Una bordata giudiziaria a un’indizio chiave a cui, come se non bastasse, si è aggiunta la cristallizzazione dell’assenza scientifica dell’indagato Louis Dassilva dalla scena del crimine. Nel tris di incidenti probatori relazionati sono finiti anche gli esami sui cellulari dell’indagato e quelli sul Dna isolato sopra alcuni reperti della Scientifica. Anche in questo caso: “Gli esami non hanno dato esiti rilevanti – ha spiegato ieri il genetista Emiliano Giardina –. Ho relazionato su tutti gli esiti analitici compiuti e non spetta poi a me interpretarne l’utilità. È vero che non è stato identificato nulla e non sono state chieste integrazioni”.
Alla luce di ciò e della richiesta di scarcerazione avanzata dai legali, il gip Vinicio Cantarini ha perciò fissato per lunedì alle 10.30 l’interrogatorio in carcere di Louis Dassilva, dopo cui verrà presa la decisione sul destino del senegalese, sul quale comunque da poco pende la ritrattazione della propria ex amante, Manuela Bianchi, che interrogata lo scorso martedì aveva detto per la prima volta di averlo incontrato prima del ritrovamento del cadavere di Pierina.