Rimini, 6 febbraio 2025 – Nessuna corrispondenza tra il Dna di "maschio 2" e "maschio 3", profili genetici isolati sulla gonna di Pierina Paganelli e su un'impronta digitale sulla parete del garage dove la donna è stata ritrovata accoltellata, e Louis Dassilva, unico indagato per l'omicidio commesso a Rimini il 3 ottobre del 2023.

L'indiscrezione, trapelata già nelle scorse settimane, è stata confermata oggi in tribunale a Rimini nel corso dell'udienza riguardante l'incidente probatorio sul materiale genetico proveniente da 34 reperti. Era presente il super perito del tribunale, il professore Emiliano Giardina dell'Università Tor Vergata di Roma, e i consulenti delle parti.
Accolta la richiesta avanzata dall'avvocato Nunzia Barzan e dal criminalista Davide Barzan, componenti del pool che assiste Manuela Bianchi (la nuora della vittima), su un supplemento di perizia riguardante due mazzi di chiavi - con annesso telecomando di ingresso del garage - ritrovati accanto al cadavere di Pierina. L'ipotesi è che la superficie metallica delle chiavi possa aver 'conservato' tracce biologiche appartenenti a chi ha aggredito la Paganelli.
Quello di oggi è stato solo il primo degli appuntamenti chiave di febbraio nell’inchiesta sull’omicidio di Pierina Paganelli. Lunedì 10 febbraio infatti sarà effettuato l’esame dei dispositivi elettronici di Louis. Già perchè nonostante il mancato dna sulla scena del delitto, gli inquirenti, così come i figli di Pierina, avevano osservato come fossero presenti altri elementi a carico di Louis. Elementi che potevano renderlo colpevole, come le disconnessioni dai suoi dispositivi elettronici (dalla piattaforma Netflix per esempio) proprio nei minuti in cui sarebbe stato commesso il delitto. Il buco temporale per la precisione è compreso tra le 21.44 e le 22.38 di quella sera. E proprio sui dispositivi elettronici, è fissata per lunedì 10 febbraio l’udienza conclusiva di questo secondo incidente probatorio. Il giudice per le indagini preliminari Vinicio Cantarini ha richiesto di scandagliare i 2 smartphone, i 4 orologi digitali e i 2 computer portatili di proprietà di Dassilva. Da alcune indiscrezioni sulla perizia, però, è già venuto fuori che l’applicativo Health presente sull’iPhone di Louis avrebbe evidenziato un’attività motoria minima, proprio nella fascia oraria compatibile con il delitto.
Il giorno seguente, e cioè martedì 11 febbraio, ci sarà il terzo incidente probatorio. Del video della cam3, cioè quella posta sul retro della farmacia San Martino che inquadra proprio il garage di via Ciclamino, se ne è parlato a lungo. Quel dispositivo, a detta della Procura e degli inquirenti, avrebbe ripreso l’omicida passare subito dopo il delitto. È la prova regina su cui si basa tutto l’impianto inquisitorio della squadra mobile di Rimini e del pm Daniele Paci e secondo cui, quindi, quell’ombra che passa alle 22.17 del 3 ottobre 2023 sarebbe proprio Louis Dassilva. Nel video sgranato però non si distinguono bene i tratti della persona e Dassilva sarebbe stato accusato di essere lui per il colore della pelle e per la camminata. Martedì 11 febbraio verrà dunque rifatta ‘la sfilata’ davanti alla telecamera per capire se l’individuo sia davvero Dassilva, o piuttosto il vicino di casa Emanuele Neri che, circa un anno dopo il delitto, ha fatto sapere di essere passato da lì proprio quella notte.