Pirati e corsari nel mare Adriatico

Oggi la presentazione del libro di Baldini, Gnola,. Cerasoli e Delucca.

Coste da presidiare, acque pericolose e spiagge teatro di assalti. Anche l’Adriatico ha conosciuto la pirateria e, oggi, per mano di quattro studiosi del territorio viene ricostruita una pagina di storia densa di fascino. Eraldo Baldini, Giancarlo Cerasoli, Davide Gnola e Oreste Delucca sono gli autori del nuovo libro Pirati e corsari nel mare di Romagna (Società Editrice Il Ponte Vecchio). Il volume, che viene presentato dagli scrittori oggi, alle 17, nella Cineteca di Rimini, nasce dall’idea comune dei quattro storici che "mancasse un’opera organica che ricostruisse la storia di questo fenomeno", spiega Baldini. Pirati e corsari ‘Uscocchi’ e ‘Barbareschi’ e la ’guerra di corsa’ che ha caratterizzato per secoli lo scontro tra l’Impero Ottomano e gli stati mediterranei ed europei fanno da scenario alla conversazione. "Un fenomeno poco noto al pubblico anche se è vicino nel tempo, è finito nei primi decenni dell’Ottocento – prosegue Baldini – Oggi noi conosciamo un litorale che è un luogo di svago mentre un tempo la nostra costa era selvaggia e poco abitata. Le spiagge erano pericolose perché dal mare potevano arrivare barche di pirati e corsari che facevano razzia e rapivano le persone". Si trattava in entrambi i casi di predoni, "ma i corsari avevano in più una patente che veniva rilasciata loro, in questo caso dai Paesi Ottomani, per danneggiare i nemici". I predoni provenivano soprattutto dalle coste che oggi sono l’Albania e il Montenegro.

Lina Colasanto