ANDREA OLIVA
Cronaca

Le piscine salva turisti a Rimini, i bagnini e gli albergatori: “Piano spiaggia da cambiare”

Un fronte unito nel chiedere opportunità concrete sulla sabbia: “Servono ampi spazi d’acqua, ce lo chiedono i clienti”. Ma gli ambientalisti sono scettici sulla proposta: “Preferiamo un mare pulito”

Alcuni turisti in piscina

Alcuni turisti in piscina

Rimini, 15 agosto 2024 – “Fateci fare piscine vere in spiaggia” dicono i bagnini. “Quelle più grandi d’Europa” ribattono gli albergatori “per presentarci all’estero e intercettare clientela straniera”.

Il mare appiccicoso, come qualcuno lo definisce dopo un tuffo tra le mucillagini, sta accelerando un processo che all’estero è realtà da decenni. “La piscina in spiaggia - riprende Mauro Vanni presidente di Confartigianato imprese balneari - non è una alternativa al mare. È sbagliato pensarlo. Si tratta anzi di un’offerta sempre più chiesta dagli stessi clienti, a partire dagli stranieri. Ma in questo piano spiaggia farle è difficile, quasi penalizzante”. Dunque “chiediamo al Comune di cambiare le regole e farlo in fretta” visto che i bandi per le future concessioni cadranno in autunno, “e una volta che i futuri concessionari avranno stabilito progetti e investimenti non si tornerà indietro”.

Per Vanni quelle concesse dal piano spiaggia attuale rischiano di essere delle ‘vaschette’, “e non è detto che i concessionari le vogliano fare realmente, questo per le clausole imposte. Innanzitutto il massimo concesso sono 300 metri quadrati, dunque una superficie di 20 metri per 15, non certo una vasca olimpionica. In più per poterla realizzare di queste misure la concessione dovrebbe avere un fronte di almeno 300 metri. In altri termini nove attuali stabilimenti balneari uniti tra loro dovrebbero mettersi assieme per realizzare un’unica piscina che non avrebbe grandi dimensioni se pensiamo a quale porzione di spiaggia andrebbe a servire”.

Ma c’è anche un altro aspetto contestato dal presidente dei balneari. “La piscina viene considerata come una manufatto, dunque va conteggiata la sua cubatura. Ciò significa che se faccio la piscina quella cubatura me la sono giocata e non posso costruire altro sull’arenile. Ma in questo modo non posso realizzare i manufatti necessari per il Mare d’inverno, ad esempio, o quelli che potrei sfruttare per fare una spa e tanto altro ancora. E’ paradossale ma queste regole sono quasi disincentivanti. Invece di premiare chi vuole investire e non poco per fare ampie piscine, li si penalizza”.

Il piano spiaggia lo detta il Comune, ma sulla questione piscine, come sui manufatti da piazzare sull’arenile, ad avere peso è la posizione della Soprintendenza. Sta di fatto che “siamo davanti a un treno che una volta passato non torna più - contesta Antonio Carasso, presidente di Promozione alberghiera -. Mentre sarebbe fondamentale fare ampie piscine e presentarci all’estero con uno slogan: ‘Venite in Riviera e troverete le piscine più grandi d’Europa’”.

Per Carasso siamo davanti non solo a un’opportunità, bensì a una necessità. La proposta del sindaco di Rimini di realizzare piscine come risposta ai cambiamenti climatici fa infuriare i Verdi dell’Emilia-Romagna. “Piscine? No, grazie. Preferiamo un mare pulito”, affermano con una sola voce Paolo Galletti e Silvia Zamboni, i due portavoce regionali del partito.

“Riteniamo miope nascondere la testa sotto la sabbia – continuano – e cercare di tranquillizzare gli animi con un’ondata di piscine sulle spiagge che sotto la morsa della siccità legata alla crisi climatica sarà sempre più dispendioso riempire di acqua potabilizzata. Uno scenario che fa sorgere il dubbio che anche a questo servono le ventilate nuove dighe in Romagna”.