
Un momento della presentazione della ricerca
Gli occupati aumentano, ma sono per lo più precari e guadagnano meno rispetto ai colleghi di altre città emiliano-romagnole. L’istantanea dell’Osservatorio sull’economia e il lavoro in provincia di Rimini, presentato da Ires Emilia-Romagna e Cgil Rimini, preoccupa non poco. A partire dai dati che riguardano proprio il mercato del lavoro.
Il 2024 segna un dato positivo, il +6,3% di occupati rispetto all’anno precedente, performance superiore a quella regionale. Il tasso di occupazione arriva al 68,3% (contro il 65,1% del 2023), mentre la disoccupazione cala al 4,7% (era al 7,4% l’anno prima). Ma le buone notizie si fermano qui. Cresce il numero degli inattivi (+4,8% dal 2019) e solo il 32,5% dei lavoratori dipendenti ha un impiego stabile (tempo pieno e 52 settimane lavorative). Tra le donne, la percentuale crolla al 20%, "segno – rilevano Ires e Cgil – di un’occupazione ancora fragile e discontinua". Le cessazioni di lavoro superano le 108mila nel 2024, con un aumento del 26% rispetto alla media pre-pandemica. Dal capitolo stipendi non emerge una situazione migliore. La retribuzione media annua dei dipendenti privati si attesta a 17.809 euro lordi, fanalino di coda in Emilia-Romagna. La media giornaliera è di 83,81 euro, ben al di sotto della media regionale (100 euro). Anche in questo caso alle donne va peggio, con un differenziale del 35% a livello orario. D’altronde il territorio vive molto di turismo e per il settore alloggio-ristorazione la retribuzione media regionale è di 10.350 euro, la più bassa di tutti i settori: nel manifatturiero, ad esempio, si sale a 34mila.
La ricerca presentata da Valerio Vanelli evidenzia "una profonda differenza di genere" che si abbina a un incremento negli anni dei salari inferiore del 10% a quello dell’inflazione. E aumentano in modo marcato le ore autorizzate di cassa integrazione: 6,4 milioni nel 2024, quasi raddoppiate rispetto al 2022 (+97%). "Si può indagare il lavoro irregolare in questa provincia – l’analisi di Francesca Lilla Parco, segretaria generale della Cgil di Rimini – leggendo i dati sui redditi dichiarati e sulle retribuzioni medie: bassissime e sotto la media regionale, che sono la cartina di tornasole di un lavoro nero e irregolare dilagante. Nel settore turistico pesa l’assenza di un’indennità di disoccupazione specifica, tutto è affidato alla Naspi che è uno strumento inadeguato. Non si trova personale? Evidentemente perché è pagato poco. Sulle retribuzioni serve una vera battaglia".
L’economia provinciale, dopo il rimbalzo post-pandemico, ha registrato nel 2023 un leggero calo (-0,1%) e una crescita modesta nel 2024 (+0,3%). A tenere alta la domanda è il turismo con un aumento delle presenze, soprattutto straniere. Le esportazioni calano (-6%), ma restano superiori ai livelli pre-Covid: a preoccupare ora sono i dazi Usa. Infine la demografia: denatalità e invecchiamento sono i problemi con cui fare i conti. Nel 2024 le nascite sono crollate del 42,3% dal 2010 e l’indice di vecchiaia ha superato quota 200, indicando che gli over 65 sono più del doppio degli under 15.
Giuseppe Catapano