Pochi studenti, soppressa la classe dei record

Accade al Serpieri dove ‘scompare’ la IIB. Un ragazzo scrive al ministro Bianchi: "Trattati come scatolette di tonno sugli scaffali"

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La classe dei record viene soppressa. Accade al liceo Serpieri dove gli studenti non l’hanno presa bene, e c’è chi ha voluto scrivere al ministro Patrizio Bianchi. Stesso umore tra i genitori, inclusi quelli del comitato Scuola in presenza: "Il caso del Serpieri purtroppo non è l’unico. Altri istituti comunicheranno scelte simili nei prossimi giorni", ad averla scampata è invece una classe quarta dell’Einstein. Dopo la iniziale idea di sopprimerla si è trovato il modo per mantenerla.

Al Serpieri le motivazioni addotte dal dirigente del Serpieri, Francesco Tafuro, nella circolare 875 fanno riferimento al decreto del 2009 sui requisiti minimi per formare una classe. L’ultimo anno didattico la IIB lo ha chiuso con 17 studenti. Con la circolare è stato chiesto a famiglie e ragazzi di indicare i nomi di compagni con cui si voleva proseguire il percorso scolastico, prima di dividersi in tre gruppi composti da 4 a 6 studenti, e finire altrove. Si tratta della classe che ha partecipato alle Olimpiadi di statistica vincendo il primo posto a livello nazionale nelle competizioni individuai e di gruppo. Oggi uno degli studenti, scrivendo al ministro, chiede: "Quale differenza ci dovrebbe essere tra gli studenti e le scatolette di tonno o di pelati da ricollocare negli scaffali del supermercato". La rabbia monta soprattutto pensando a cosa i ragazzi hanno vissuto negli ultimi due anni. "Arriviamo da una pandemia con conseguenze molto pesanti dal punto di vista relazionale. Nonostante le lezioni a distanza dell’anno scolastico 202021, quest’anno siamo riusciti a stringere i rapporti di amicizia e a costruire un gruppo unito e piacevole sia per noi studenti che per i nostri insegnanti". E ancora: "Andiamo a scuola per imparare: se dobbiamo trarre un insegnamento da questa vicenda, abbiamo imparato che possiamo comportarci bene o male e impegnarci come e quanto vogliamo, tanto è la stessa cosa". Sul piede di guerra anche Stefania Montebelli e gli altri genitori del comitato. "La norma è di 13 anni fa. La motivazione fa sobbalzare alla luce delle attuali esigenze di spazi per una didattica di qualità, ma anche per il distanziamento purtroppo messo a regola costante nel periodo pandemico". Per Simonetta Ascarelli, della Cgil, "un vero investimento sugli organici avrebbe permesso di evitare questa situazione". Abbiamo contattato l’istituto e rimaniamo in attesa di una risposta.

Andrea Oliva