"Presenze e fatturati calati del 40 per cento"

Indagine sull’anno nero del turismo. Soggiorni medi di quattro giorni. Gli albergatori congelano gli investimenti

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Dal primo gennaio al 30 settembre 2020 il fatturato degli hotel di Riccione è calato del 40 per cento. Quaranta anche i giorni di apertura persi in media per la pandemia e una quarantina (39 per l’esattezza) gli hotel rimasti chiusi durante l’estate. E si avvicinano a quel numero altri dati, come il 38,8 per cento in meno registrato nei pernottamenti (1.694.986 italiani e appena 150.736 stranieri) e il 37,7 per cento di arrivi. A riportare questi e altri dati, in videoconferenza, è Federalberghi che tramite l’Osservatorio Montanari ha svolto la consueta indagine sul turismo, che ha coinvolto 115 hotel sui 305 associati.

Un anno nero ma, come osserva il presidente dell’Aia Bruno Bianchini, "non potevamo aspettarci che la scorsa estate potesse andare come la precedente, anzi si pensava andasse anche peggio, per cui per quanto drammatico sia, anche il 40 per cento in meno suona come consolazione, ma i danni sono quelli che sono, confermati da più fonti: regionali, dei consumi e della Società autostrade, incontrovertibili". E anche l’inverno si profila nero: "Abbiamo telefonato ai colleghi del Trentino e le prenotazioni da loro sono azzerate".

Come rimarca Claudio Montanari, a capo dell’Osservatorio, l’estate è andata meglio rispetto alle aspettative pessimistiche della vigilia per il 45 per cento degli albergatori, molto meglio per il 12 per cento, peggio per il 12 e molto peggio per il sei per cento. La valutazione data nel complesso all’estate è stata ritenuta dai più (36%) negativa, molto negativa (18%) sufficiente (34%), discreta per gli altri. Tra tanti dati negativi spicca il più 6 per cento dei pernottamenti dei giovani dai 18 ai 24 anni, crollano invece gli anziani (-127%) anche per la flessione termale. Permanenza media per tutti quattro notti. Maggior bacino d’utenze la Lombardia. Alla luce di questo andamento il 63 per cento degli albergatori non intende investire, chi lo farà interverrà su camere e formazione del personale. Solo il 12 per cento è pronto a spendere tra i 150mila e i 500mila euro.

Nives Concolino