Prezzo del pane alle stelle "Ma i conti non tornano"

Rincari fino 10%, per i fornai le spese sono cresciute molto di più. Davide Cupioli: "Gas, carta e farina raddoppiati. Così non si va avanti"

Migration

"Il costo del pane è aumentato tra l’8 e il 10 per cento anche nella provincia riminese". Il consumatore mastica amaro e pensa che l’aumento serva a ’pareggiare’ il caro energia sostenuto dai panificatori, "ma così non è – spiega Davide Cupioli, il presidente di Confartigianato – Stiamo fronteggiando maggiori spese e rincari continui già da 9 mesi. I nostri panifici sono in forte difficoltà. Se non cambierà nulla, possiamo resistere pochi mesi ancora, poi non so cosa potrebbe accadere".

Facciamo un passo indietro. Un anno fa il gas pesava sul bilancio di un panificio "per una cifra, in media, variabile tra i 15mila e i 20mila euro". Quest’anno "siamo già arrivati a circa 35mila euro. Di fatto il costo è raddoppiato". Colpa della guerra, continuano a dire in tanti, "ma non è così – spiega Cupioli – Per noi panificatori gli aumenti energetici e delle materie prime sono iniziati già alla fine dell’estate del 2021, mentre la guerra è arrivata a febbraio di quest’anno. Già mesi prima dell’attacco della Russia all’Ucraina il costo del gas era cresciuto in modo significativo e non era la sole voce che abbiamo dovuto affrontare". Sempre nell’autunno dello scorso anno "è arrivato il maxi rincaro della farina. Una delle farine che più si utilizza è passata da 0,42 euro al chilo a 0,70", e ancora un volta la guerra nel granaio d’Europa non c’entrava nulla.

Il conflitto in Ucraina, le speculazioni sul mercato energetico e la crisi mondiale hanno peggiorato la situazione. "E’ da più di 9 mesi ormai che ci troviamo ad affrontare continui aumenti. In pratica è cresciuto tutto. Il packaging costa sempre di più come il lievito di birra. La carta è raddoppiata ed anche tutto il resto". Alla fine dei conti "gli aumenti fatti sul prodotto al consumatore non pareggiano quelli che dobbiamo affrontare". Così i panificatori hanno cercato di ingegnarsi. "Abbiamo razionalizzato la produzione. Alcune cose si fanno solo su produzione. il forno viene acceso lo stretto indispensabile. Non ci sono più tempi morti e se un cliente chiede un prodotto fuori tempo massimo non è più come un tempo: non glielo si può più fornire". Così si risparmia in bolletta, ma non oggi. "Questi accorgimenti ci hanno consentito di consumare meno gas. Li ho messi in pratica io stesso e seppure i metri cubi bruciati siano stati inferiori, il costo nell’ultima bolletta è aumentato di circa 400 euro".

Insomma: non sprecare non basta, ed è qui che il futuro rischia di diventare sempre più nero. "I panifici che vivono anche grazie al turismo quest’estate hanno potuto respirare. Chi lavora invece nelle zone dell’entroterra, con questi aumenti generalizzati, si trova in forte difficoltà. Si cerca di resistere in qualche modo, ma se nei prossimi mesi non cambierà nulla la vedo molto difficile per noi". Servono aiuti, "ma non quelli di cui si parla oggi che servono a ben poco davanti a questi aumenti".

Andrea Oliva