"Prigionieri in casa quando gioca il Rimini"

L’appello di Alessio Perla che abita vicino allo stadio: "Io e mio padre invalido non possiamo uscire né rientrare, chiediamo un pass"

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"Io e mio padre, che è invalido al 100%, costretto a muoversi con una carrozzina, ci troviamo bloccati in casa ad ogni partita casalinga del Rimini. In occasione dell’incontro domenicale la polizia municipale ci ha detto che la cosa non ha soluzione, e si ripeterà verosimilmente sino a fine campionato: assurdo, chiediamo un pass della questura per uscire e soprattutto rientrare a casa". E’ arrabbiatissimo Alessio Perla, figlio di Luigi Gianfranco, ex montatore di stand fieristici. Abitano in un alloggio popolare in via Giuliano da Rimini, come altre 120 famiglie: "In molte ci sono persone anziani o disabili, che hanno il nostro stesso problema. Domenica uscire prima della partita è risultato possibile entro certo orario – aggiunge Perla –, rientrare assolutamente no. Mentre escono i tifosi noi residenti siamo prigionieri". Perla fa la cronaca di un pomeriggio di un giorno da cani: "Siamo andati al cimitero; verso le 16,20 volevamo ritornare in casa con la macchina dalla via Flaminia passando da via Pascoli, girando a destra in via Giuliano da Rimini. L’accesso mi è stato precluso dai vigili che transennavano l’entrata nonostante avessi avuto a bordo mio padre 100% invalido con cartellino riconosciuto, ribadendo che mio padre stava poco bene. I vigili mi hanno detto che per passare o dovevo aspettare la fine della manifestazione oppure chiamare la questura". Di lì una serie di tentativi tutti andati a vuoto, "con sorta di scaricabarile - dice Perla - tra le divise". Fino a che, grazie a un "giro lungo per via Tripoli, via Roma e viale Pascoli, dove i carabinieri ci hanno fatto passare, siamo rientrati. Ma questa via crucis non possiamo viverla per l’intero campionato, chiediamo un pass speciale alla questura".