Profughi Rimini, "C’è chi affitta l’hotel per riempirlo di ucraini"

Strutture marginali e in disuso rilevate da imprenditori che puntano ai ristori: fino a 60 euro a persona

Profughi all’hotel Brenta, il quartier generale dell’accoglienza di ’Riviera sicura’

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Rimini, 20 marzo 2022 - Caccia agli hotel vuoti, rimasti senza gestori - in verità pochi, e in genere non messi benissimo - per trasformarli in centri di accoglienza per i profughi ucrani e intascare le somme previste come rimborso spese. Gli accordi tra Regione, Protezione civile e Federalberghi prevede fino a 60 euro al giorno a persona, "ma in realtà la cifra più realistica dovrebbe viaggiare tra i 40 e i 45 euro", precisa la presidente dell’Aia Patrizia Rinaldis. Che siano 60 o 45, gli euro restano tanti rispetto ai prezzi alberghieri medi del Riminese. E il ’tesoretto’ stanziato per l’accoglienza ai profughi fa gola a parecchi. "Non mi risulta sia un fenomeno al momento così diffuso – attacca Corrado Della Vista, titolare del gruppo Devira Hotels e tra i dirigenti di Riviera Sicura, l’associazione che ha aperto le porte ai primi profughi, sin dall’inizio del conflitto – ma sono a conoscenza già di qualche caso di strutture ricettive che erano rimaste orfane e sono state affittate con l’obiettivo di farle lavorare con chi scappa dalla guerra in Ucraina". Per esempio " un albergo due stelle a Rimini sud – prosegue – con poco meno di una trentina di camere, è stato preso in affitto da un’albergatrice che aveva già nella sua disponibilità altre strutture, quest’ultima con l’espresso obiettivo di accogliere profughi di guerra".

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"Tengo a precisare – continua Della Vista – che non si tratta di uno degli albergatori nostri associati, che hanno messo a disposizione 12 strutture a Rimini fin dallo scoppio della guerra, e che al momento non hanno ancora ricevuto un solo euro di rimborso spese. Sono arrivati soltanto 10mila euro complessivi, sotto forma di derrate alimentari per i profughi, soprattutto carne fornita dalla Marr, avuti dall’amministrazione comunale".

Va detto che al momento, per ottenere la convenzione che formalizzi la possibilità di accogliere i profughi, è richiesta l’adesione a un’associazione di categoria riconosciuta (come Federalberghi, Confesercenti, Confcommercio, Confindustria). Ma "tra le condizioni stabilite – continua Della Vista – a differenza di quanto succedeva con i migranti provenienti dall’Africa, alle strutture ricettive che si dichiarano disponibili ad accogliere rifugiati ucraini non viene richiesto di essere lontane dalla zona. A quanto ci risulta sono una sessantina a Rimini gli alberghi che si sono resi disponibili a ospitarli e compaiono nella lista dell’Associazione degli albergatori. Alcuni di questi sono addirittura fronte mare". Così come è vista mare l’hotel Brenta di Viserbella, il ’quartier generale’ dell’accoglienza attivata dall’associazione ‘Riviera Sicura’. Il numero di almeno 50-60 alberghi disponibili a ospitare i rifugiati è confermato dai vertici dell’Aia, dai quali si precisa anche che "non tutti sono iscritti all’associazione".