"Profughi, stop al trasferimento in hotel"

Rita Rolfo, presidente della Croce Rossa: "Da giorni siamo sotto attacco, rinunciamo ma ci aspettiamo sostegno e un’alternativa"

Migration

di Mario Gradara

Presidente, giornate difficili?

"Parecchio sgradevoli, specialmente queste ultime", attacca Rita Rolfo, responsabile provinciale della Croce Rossa Italiana.

Da diversi fronti sono arrivati ’inviti’ a non trasferire i profughi in zona turistica.

"Non erano proprio ’inviti’. Diciamo che qualcuno non è stato simpatico".

A chi si riferisce?

"Non parlo dei residenti, capisco che chi non conosce la situazione può preoccuparsi, nè degli albergatori, in difficoltà pesante per la pandemia".

Di chi parla?

"Non voglio fare nomi, ma c’è stato chi mi ha detto a muso duro ’faremo il possibile per fermare i migranti’. Tenga conto che non si tratta di ’sbarchi’, non sono persone in più che arrivano sul nostro territorio".

Ma?

"Sono già qui. Per ragioni organizzative l’idea era di spostare le persone che già ospitiamo in strutture che gestiamo, nella zona a monte dell’aeroporto, in quel di Rivazzurra. E..."

Dica.

"Non vogliamo creare un caso".

Quindi?

"Abbiamo deciso di rinunciare al trasferimento di queste persone in quella zona".

Una decisione definitiva?

"Sì. Facciamo un passo indietro, fermando la procedura. Non vogliamo scatenareproblemi".

E adesso cosa succede?

"Occorre trovare un’alternativa, e in fretta, perché dobbiamo rispettare le convenzioni. E dico: noi modifichiamo la rotta, adesso dateci una mano. Una mano a dare un aiuto a chi ne ha bisogno. Chiarendo che non ci si arricchisce con l’accoglienza profughi".

Le cifre precedenti sono state alzate dal ministero.

"Non è un businness. E vorrei precisare che non sarebbe stato, nè lo sarà la nuova location ancora da trovare, un luogo di bivacco. Si tratta di persone che di giorno o vanno a lavorare, o studiano in diverse scuole, oppure in corsi interni. Il nostro è un lavoro di inserimento sociale. E spesso gli immigrati sono via mezza giornata per seguire le proprie pratiche. Sono strutture dove ci sono sempre i nostri operatori".

Però rinunciate.

"E’ un atto di responsabilità. Anche per rispetto verso i ragazzi, che non meritano un clima di questo tipo. Spiace anche perché la via dell’albergo sarebbe diventato un presidio Cri, di pronto soccorso, con defibrilatore. Anche di servizio ai residenti, come accade altrove".