Protesta in spiaggia. I bagnini non chiudono gli ombrelloni : "Brindiamo coi turisti"

Gli operatori riminesi non aderiscono allo sciopero indetto per contestare il governo sul rinnovo delle concessioni demaniali. Manifesti affissi negli stabilimenti: "La politica va in ferie... noi no".

Protesta in spiaggia. I bagnini non chiudono  gli ombrelloni : "Brindiamo coi turisti"

Il brindisi al bagno 26 per protestare sul silenzio del governo sulle concessioni

Sulla spiaggia della riviera di Rimini non si chiudono gli ombrelloni per protesta. Qui anche gli scioperi assumono un sapore diverso, quello dello spumante usato per brindare con i bagnanti. "E’ una forma di protesta un po’ goliardica", ammette Fabrizio Pagliarani, presidente provinciale di Fiba Confesercenti, il sindacato degli operatori balneari. Anche chi ha aderito allo sciopero indetto da Fiba e Sib Confcommercio per contestare i silenzi del governo in materia di rinnovo delle concessioni, ha preferito brindare con i clienti invece che chiudere gli ombrelloni per un paio d’ore. "E’ stata un’occasione per comunicare ai bagnanti cosa sta accadendo sul rinnovo delle concessioni balneari". Ieri alle 11,30 in ounto al Tiki 26 di Rimini i bagnini hanno tolto le bottiglie dal frigo e brindato con i clienti. Hanno fatto la stessa cosa altri stabilimenti aderenti alle due sigle. Si tratta tuttavia di due sindacati poco presenti sul litorale provinciale. Nel complesso gli associati sono una cinquantina sulle svariate centinaia di stabilimenti presenti da Cattolica a Bellaria Igea Marina.

Le due principale sigle, Oasi Balneari e Confartigianato imprese balneari, avevano già annunciato nei giorni scorsi che non avrebbero aderito allo sciopero. La principale motivazione risiede nel fronte spaccato dei bagnini, con il segnale voluto da Fiba e Sib non condiviso dalle altre sigle. Riccardo Ripa, presidente provinciale del Sib, spiega come "nel Riminese, in accordo con i rappresentanti nazionali e regionali, abbiamo deciso di scioperare in una maniera più vicina al nostro spirito, da sempre vocato all’ospitalità". "Nella Riviera - spiega Pagliarani - i nostri associati sono un numero limitato. Chiudere gli ombrelloni al mattino avrebbe creato disagi ai nostri clienti. Così abbiamo deciso una forma di protesta diversa, che ci ha permesso di spiegare le nostre motivazioni". Pagliarani lo definisce un "brindisi alla Meloni", mentre nelle locandine distribuite ai bagnanti o affisse alle casette degli stabilimenti si leggeva "se il governo e il Parlamento vanno in ferie… noi no. Dopo 14 anni di rinvii e 2 anni di chiacchiere… basta".

Sulle coste del Belpaese lo sciopero ha funzionato a macchia di leopardo. In alcuni litorali l’adesione è stata massiccia, hanno sottolineato i leader nazionali dei due sindacati, Fiba e Sib. Per Rustignoli in Italia si è arrivati all’80% delle adesioni. Una guerra di cifre con le due sigle a parlare di grande adesione e il Codacons a considerarlo un flop.

Intanto il deputato del Pd, Andrea Gnassi torna a chiedere al governo fatti, e subito. "Basta bugie e false promesse, il governo dia risposte a un settore colonna del turismo: convochi Regioni, Comuni, mondo imprenditoriale e sindacale e faccia la legge quadro per le gare, individuando criteri trasparenti e chiari".

Andrea Oliva