Protesta terminata Il pesce torna nei piatti

Governo pronto a supportare il settore e la flotta marinara riprende l’attività. Da martedì riparte a pieno regime il mercato ittico di via Castelfidardo

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Fuoco ai fornelli: da martedì il pesce fresco torna sui banchi del mercato. Quindi sulle tavole dei riminesi, e su quelle dei ristoranti. L’annuncio ufficiale arriva dal consorzio operatori mercato centrale coperto: "La protesta di due settimane indetta da tutte le marinerie è terminata. A partire dal 7 giugno sui banchi della pescheria del mercato coperto si troverà nuovamente il pesce fresco nostrano in tutte le sue qualità". Sogliole, canocchie, moletti, seppie, merluzzi, sgomberi, calamari e "qualche fritto", spiega il direttore della struttura di vendita, Marziano Tamburini, riprenderanno a circolare in via Castelfidardo, transitando dai banchi ai fornelli ai piatti. La svolta – aggiungono dalla cooperativa Lavoratori del mare – dopo le aperture venute dal fronte governativo (che ha rassicurato gli operatori, ndr), seguite alle grida d’allarme del settore pesca, messo in ginocchio dal rincaro stellare del costo del gasolio. Più alti i costi dei ricavi. Non va. "Per il momento l’accordo è per due uscite a settimana invece di quattro per i pescherecci più grossi, quelli che stanno in mare anche 48 ore – chiarisce il direttore della cooperativa Massimo Pesaresi –, mentre le barche più piccole uscirano quattro volte, invece che cinque o sei. L’obiettivo è ottimizzare le uscite, risparmiando gasolio, cercando di mantere margini per poter operare. Se poi le cose dovessero andare storte, valuteremo". A mezzanotte di domenica tutta la flotta d’altura, circa 35 barche – tranne le 3 o 4 che sono state messe in disarmo –, prenderà il largo. "Salvo eventuali e non auspicabili nuovi blitz dei pescatori irriducibili che vengono soprattutto dalle Marche", chiarisce la cooperativa marinara. "Nei giorni successivi i pescherecci si alterneranno, metà flotta per ogni giorno di uscita – continua Pesaresi –. Probabile che sui banchi ci sarà una minore quantità di pescato disponibile, a prezzi più alti rispetto alla media". Cosa che farà forse piacere ai pescatori e ai commercianti, meno ai consumatori.

"Del resto anche il costo del gasolio in queste due settimane di fermo è cresciuto, invece di calare, per ragioni legati alla guerra", aggiungono dalla cooperativa Lavoratori del mare. Intanto anche ieri, solitamente il sabato è una giornata di vacche grasse al mercato, con andirivieni continuo di riminesi e borse della spesa piene, in via Castelfidardo è stato un mezzo deserto. "Erano solo una decina su cinquanta i banchi del pesce aperti – precisa Tamburini –, solo quelli con prodotto di allevamento e congelati, non il pesce fresco. Il calo del giro d’affari per il pesce in queste due settimane è stato sul 70-80 per cento. Calo che ha trascinato in basso anche i banchi di carne, frutta e verdura, che hanno segnato un meno 30-40 per cento. Speriamo sia finita".

Mario Gradara