Rimini, 11 settembre 2024 – "Non mi riconosco in quel video". Sono queste le parole che il vicino di casa di Louis Dassilva avrebbe riferito ieri in questura alla squadra mobile. Quel condomino di via del Ciclamino che invece, stando agli avvocati difensori dell’unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, sarebbe la persona immortalata alle 21.17 dalla cam 3 della farmacia ’San Martino’, la sera in cui la 78enne è stata uccisa.
È scontro totale tra accusa e difesa su quei 16 secondi di girato che rappresentano la ‘prova regina’ della Procura e sulla base della quale in queste ore sta decidendo il Tribunale del Riesame sul ribaltare o meno la custodia cautelare in carcere di Dassilva, con una camera di consiglio andata avanti fino a sera, quando alle 21 Louis risultava ancora ristretto ai ’Casetti’ (la decisione del collegio verrà notificata oggi).
E davanti a quel Riesame i difensori dell’indagato – gli avvocati Andrea Guidi e Riario Fabbri – avevano già posto l’attenzione sulle affermazioni date alla squadra mobile da una vicina di casa di Dassilva. La donna aveva raccontato alla polizia di essere stata al bar di via del Ciclamino insieme col marito, la sera dell’omicidio, il 3 ottobre 2023, e di essere andata a casa intorno alle 21.30, mentre il marito l’aveva raggiunta meno di un’ora dopo. L’uomo, quindi, sarebbe potuto passare davanti alla cam numero 3 della farmacia di via del Ciclamino. La stessa telecamera che secondo gli inquirenti avrebbe poi ripreso il killer di Pierina intorno alle 22.17. Ieri però, il vicino di casa è stato nuovamente interrogato: diversamente da quanto sostenuto in un’intervista televisiva, l’uomo avrebbe detto agli investigatori: "Non mi riconosco in quell’uomo che passa davanti alle telecamere quella sera". Al vicino di casa inoltre sarebbe stato fatto vedere un altro frame, della stessa telecamera di sicurezza, in cui gli investigatori avevano precedentemente verificato che fosse lui, e in quello si sarebbe effettivamente riconosciuto.
Il filmato proveniente dalla cam 3 della farmacia è considerato la "prova regina" su cui si regge l’impianto accusatorio a carico del 34enne senegalese Dassilva, ai ’Casetti’ dal 16 luglio scorso. Alle 22.17 del 3 ottobre 2023 (pochi minuti dopo l’omicido), la telecamere inquadra una sagoma che transita in via Del Ciclamino. Per la difesa si tratterebbe di un’altra persona e non di Dassilva. Di diverso avviso gli inquirenti, dal momento che la figura che compare nella registrazione apparterrebbe ad un individuo di colore, mentre il condomino non lo è. A non combaciare è anche l’altezza: il condomino è alto 1.72 metri, Dassilva misura 1.84. Infine: la maglia da lavoro sequestrata a Louis ha una scritta bianca, quella indossata dal vicino di casa ha una scritta gialla.