Provincia, Piccioni spicca il volo

Nel Pd è battaglia per l’elezione del nuovo presidente. Il sindaco di Misano resta tra i favoriti

Migration

Quattro anni fa il centrodestra tentò il colpaccio e Mimma Spinelli, per poco, non venne eletta presidente della Provincia. La spuntò Riziero Santi, che è a fine mandato e non può ricandidarsi perché sindaco del comune di Gemmano, che andrà alle urne tra meno di 18 mesi (si voterà nel 2023). Con Santi fuorigioco, la corsa per la Provincia stavolta sarà tutta ’interna’ al centrosinistra. Sì perché il centrodestra stavolta non ha alcuna chance, in virtù del voto ponderato. Il voto degli elettori della Provincia, che sono i sindaci e i consiglieri comunali, è calcolato sulla base del comune di appartenenza. Più il comune è grande, più il voto pesa. Rispetto al 2018, ora il centrosinistra può contare anche su Riccione (dove prima governava il centrodestra) e Cattolica (che fino al 2021 era amministrata dal M5s). La partita, per il centrodestra, sarebbe persa in partenza. Per questo si sta pensando a una candidatura di bandiera o addirittura, nel caso sia candidato Jamil Sadegholvaad, a convergere sul sindaco di Rimini.

Ma nel Pd si è già aperta la corsa per l’erede di Santi, e la solita ’guerra’ tra le diverse correnti dei dem. Perché il ruolo di presidente della Provincia è di prestigio, e lo stipendio tutt’altro che simbolico. Con un emendamento approvato a fine 2019, la retribuzione dei presidenti delle Province è stata equiparata a quelli dei sindaci dei comuni capoluoghi. Insomma, Santi prende quasi quanto Sadegholvaad.

Chiaro che il suo posto fa gola a molti, non solo per una questione economica. Nel Pd nulla è ancora stato deciso, ma c’è già chi ha provato a mettere la bandierina. Uno dei candidati più papabili è il sindaco di Misano Fabrizio Piccioni. Da un lato, Piccioni porterebbe avanti il disegno del Pd, già avviato con Santi, di dare maggiore rappresentanza alla zona sud. Dall’altro, il mandato di Piccioni è in scadenza nel 2024 ma lui potrà ricandidarsi, e questo consentirebbe (in caso di vittoria alle comunali) di proseguire l’incarico in Provincia, che dura quattro anni. Cosa che non potrebbero fare altri sindaci ritenuti in pole position per la carica come Alice Parma di Santarcangelo e Daniele Morelli di San Giovanni in Marignano, già al secondo mandato.

Non sono gli unici nomi che circolano. Si parla anche di Daniela Angelini e Franca Foronchi, le sindache di Riccione e Cattolica. Ma sono state elette da poco, e nel Pd c’è chi preferirebbe un amministratore più esperto e ’rodato’. Nel Pd nessuna decisione è stata ancora presa, anche perché la mossa di Riziero Santi, che ha convocato le elezioni già per il 24 novembre, ha spiazzato parecchi. Se ne parlerà alla prossima direzione provinciale, ma i rumors già parlano di tensioni tra le correnti per favorire questo o quel candidato. Il centrodestra per il momento resta a guardare, ma l’ex senatore Antonio Barboni, coordinatore provinciale di Forza Italia, mette le mani avanti: "Santi si è dimesso in anticipo, a suo dire, per consentire a più sindaci di concorrere alla carica di presidente. Bene anzi male. In questo contesto storico ed economico, il presidente della Provincia può essere uno solo: il sindaco di Rimini. Qualunque altra persona sarebbeo, una diminutio. E se il candidato di centrosinistra dovesse essere un sindaco in scadenza nel 2024, sarebbe l’ennesima dimostrazione che per il Pd, prima di ogni cosa, conta la spartizione delle poltrone tra le varie anime del partito".

Manuel Spadazzi