REDAZIONE RIMINI

Quando il pranzo di Natale era un esorcismo contro la fame

C’è un messaggio ancestrale nel pranzo di Natale, che esce dal recinto enogastronomico per approdare a un aspetto antropologico. "Per...

C’è un messaggio ancestrale nel pranzo di Natale, che esce dal recinto enogastronomico per approdare a un aspetto antropologico. "Per il periodo natalizio le vendite, soprattutto dei tagli del bollito, raddoppiano al punto che nonostante arriviamo preparati facciamo fatica a seguire la richiesta", dice Domenico Chiari della Fattoria Fontetto. Il pranzo di Natale è un esorcismo contro la fame celebrato dalle generazioni precedenti. Nell’epoca dove dobbiamo controllare il colesterolo e i trigliceridi, affrontiamo un pranzo multiportate quando ne basterebbe una per farci sentire a posto. Nei ricordi di chi ha superato i sessanta quel giorno sulla tavola c’era quello che negli altri giorni non c’era. Il pranzo di Natale era un esorcismo contro la fame, quel giorno ci si rimpinzava perché negli altri qualche volta non si mangiava, oppure ci si cavava la fame con il serale caffè latte e pane.

C’era poi l’usanza di elencare le portate prima del pranzo a modo che ognuno potesse gestire la propria fame perché era importante mangiare tutto quello che veniva presentato.

Nel mondo politicamente corretto difficilmente ci capita di ricordare il nostro retaggio animale fatto di paure, gioie, dolori, nascite, morti e feste, quindi godiamoci questo momento di convivialità senza patemi consapevoli che il pranzo di Natale è qualcosa di più di un pranzo.

Luca Ioli