Quell’uragano del 1964 "Come allora ci serve aiuto"

L’appello del sindaco, in missione in Germania per salvare il turismo

Quell’uragano del 1964  "Come allora ci   serve aiuto"

Quell’uragano del 1964 "Come allora ci serve aiuto"

L’8 giugno 1964 un terribile, uragano colpì l’intera costiera romagnola. "Ci furono morti e tutto un litorale – ricorda il sindaco Jamil Sadegholvaad – già approntato per la stagione turistica e con gli alberghi pieni, spazzato via da un vero e proprio ‘tsunami’. Furono proprio i turisti tedeschi che la stessa mattina, insieme ai nostri, scesero in spiaggia per rimettere in piedi cabine, pulire, confortare, aiutare. Noi romagnoli facciamo da soli, ma abbiamo insieme bisogno degli altri. Ieri dei turisti tedeschi, oggi delle istituzioni e di tutti gli italiani". Il sindaco fa un parallelismo storico per invitare i connazionali a venire in riviera. Un concetto già espresso nei giorni scorsi dal ministro del Turismo Daniela Santanché. E prima ancora dal ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini, sabato scorso a Bologna.

Tornando all’uragano di 59 anni fa, Sadevhovaad ricorda: "Restava solo una sequenza ininterrotta di macerie, distruzione e una comune sensazione di fine di tutto. I danni stimati furono di parecchi miliardi di lire di allora. Eppure già dal giorno dopo, con le lacrime non ancora asciugate sul viso, i bagnini, i riccionesi, i riminesi, scesero in spiaggia per rimettere subito in ordine, facendosi largo faticosamente e cercando di ridare una forma gradevole a quell’ammasso di legno, detriti, ferro. E questi eravamo noi e siamo noi, ancora oggi. Quello di cui siamo fatti. Non si può spiegare e non si possono evocare ipotesi antropologiche o culturali: siamo gente che nasconde il dolore dietro al lavoro e alla voglia di ripartire". Pronti a ricominciare, ma un aiuto ora più che mai è necessario: "Noi non siamo abituati a chiedere, perché siamo fatti così – conclude Sadegholvaad, impegnato in una ’toccata e fuga’ di 24 ore a Francoforte per promuovere il turismo della Riviera – ma anche stavolta dobbiamo sapere che abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti".

Mario Gradara