"Questo processo è già una condanna"

Crac Aeradria, le parole di Andrea Gnassi e Stefano Vitali. "Dopo dieci anni ferite laceranti che non si rimarginano"

Migration

Parlano rispettivamente di "ferite laceranti" e di "morte sociale". Andrea Gnassi e Stefano Vitali, a processo per il crac di Aeradria, non nascondono tutta la stanchezza per una vicenda che va avanti ormai da tempo. Vicenda che li ha notevolmente provati, sia come politici che come persone, e che dopo la requisitoria dei pubblici ministeri si avvia verso l’epilogo, almeno sul fronte giudiziario. Quattro anni e quattro mesi per l’ex presidente della Provincia, un anno e quattro mesi per il sindaco di Rimini. Queste le richieste dei pm Luca Bertuzzi e Paolo Gengarelli. Il tribunale ha stralciato molte delle accuse che erano state mosse. Restano in piedi, per Vitali, quella di concorso in bancarotta fraudolenta e falso in bilancio, quella di concorso in ricorso abusivo al credito per Gnassi.

"Dieci anni trascorsi dal ‘fatto’: una lettera redatta dagli uffici e risalente al dicembre del 2011 che oggi, secondo la stessa Procura, non è più di patronage ma derubricata con nuova interpretazione – è la riflessione di Gnassi -. Vicenda giudiziaria che ha già subito dibattito e processo, politico e mediatico, che ha impattato sulla vita delle persone (me compreso) in maniera dura e sofferta. Si confidava che anche su tale punto rimasto, dopo tutti i dieci proscioglimenti precedenti, alla luce delle plurime risultanze orali e documentali, si pervenisse anche da parte dell’accusa ad una diversa richiesta da quella formulata, per l’assoluta correttezza e trasparenza del mio operato. L’attesa è fiduciosa, ma restano ferite laceranti che non si leniscono anche considerandole connesse, come ormai, e purtroppo, tutti dicono, all’esposto e vulnerabile mestiere di sindaco", conclude Gnassi. Parole simili anche da Stefano Vitali. "Ci avviciniamo alla conclusione di una vicenda che, tra continui proscioglimenti e la caduta di alcuni capi di imputazione, dura da quasi dieci anni. Dieci anni in cui ho maturato la consapevolezza che il processo, almeno per me, è già stato di per sé una sorta di condanna. Chi si trova imputato vive infatti una specie di morte sociale, si trova in un limbo in cui ogni opportunità gli viene preclusa. Rinnovo la mia fiducia nei confronti dei giudici, fiducioso che presto tutto sarà chiarito". Vitali è difeso dagli avvocati Moreno Maresi e Mattia Lancini: "Abbiamo ascoltato la requisitoria e le richieste svolte dalla pubblica accusa. Siamo certi che il tribunale dopo le arringhe delle difese riconoscerà l’innocenza di Vitali". A processo, sempre per concorso esterno in ricorso abusivo al credito, c’è anche il presidente della Fiera, Lorenzo Cagnoni, difeso dagli avvocati Cesare e Roberto Brancaleoni, il quale si è sempre detto pronto a dimostrare la propria innocenza. Chiesta invece l’assoluzione per l’ex presidente della Camera di Commercio, Manlio Maggioli. Quest’ultimo, per il tramite dell’avvocato Maresi ha fatto sapere di non voler rilasciare dichiarazioni, riservandosi di farlo quando l’iter processuale sarà terminato.

Lorenzo Muccioli