Racket del volantinaggio Multe per 250mila euro

Lavoratori in ‘nero’, contratti non in regola e contributi non versati. Stangate 19 aziende che utilizzavano manodopera a basso costo

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Prezzi stracciati e manodopera a basso costo per accaparrarsi i contratti. Un sottobosco fatto di concorrenza sleale e lavoro ‘nero’: è quello scoperto dal nucleo carabinieri dell’ispettorato del lavoro di Rimini, che hanno passato al setaccio il settore della distribuzione porta a porta di volantini, brochure e altro materiale pubblicitario. Un business gestito da agenzie di marketing e comunicazione che operano nel territorio della provincia di Rimini e in quella di Pesaro-Urbino per conto della grande distribuzione organizzata, in genere subaffittando il servizio ad aziende meno strutturate, che si avvalgono di personale (spesso straniero) non del tutto in regola. Il loro punto di forza è dato proprio alle tariffe, molto al di sotto dei valori di mercato. Una corsa al ribasso resa possibile proprio grazie anche alle scarse tutele offerte al personale in servizio.

I furgoni delle ditte controllate dai carabinieri facevano la spola da una parte all’altra del Riminese, caricando e scaricando montagne di volantini che venivano infilati nelle buchette delle lettere dei condomini o attaccate ai parabrezza della macchine, ma anche le biciclette utilizzate dai lavoratori per effettuare le conseguenze in maniera capillare, battendo intere vie e quartieri in pochissimi minuti. Lavoratori a cui in molti casi, secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri dell’ispettorato del lavoro, non sarebbero stati garantiti i diritti retributivi, assicurativi, contributivi e di sicurezza prvisti dalla legge.

In totale le ditte sottoposte a controllo da parte dei militari sono state 19 e tutte sono risultate irregolari, per un motivo o per un altro. In particolare è stato accertato l’impiego totale di 48 lavoratori di cui 5 in ‘nero’, cioè del tutto privi di copertura assicurativa contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali e contributiva ai fini previdenziali. Altri 43, sempre stando alle verifiche eseguite dai militari, sono risultati essere occupati irregolarmente essendo state riscontrate errate registrazioni in busta paga perquanto riguarda le ore di lavoro effettivamente prestate. Gli inquirenti parlano di "gravi lesioni dei diritti retributivi dei lavoratori ai quali le retribuzioni venivano peraltro erogate in violazione delle norme che prescrivono l’utilizzo di metodi di pagamento tracciabili".

Tutte motivazioni che hanno fatto scattare delle multe parecchio salate per i titolari delle aziende. Il valore complessivo delle sanzioni amministrative ‘erogate’ dal nucleo carabinieri dell’ispettorato del lavoro supera i 255mila, a cui dovranno aggiungersi altri 61.500 euro come somma derivante dal mancato versamento dei contributi. Per le ditte che impiegavano lavoratori in ‘nero’, è stato emesso un provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale che resterà valido ed efficace fino alla integrale regolarizzazione del personale.

Lorenzo Muccioli