Cattolica (Rimini), 8 gennaio 2019 - "Non fatemi del male, resto ferma senza fiatare". L’ultima frase che Dina Barberini, vedova Forlazzini, 85 anni, è riuscita a pronunciare, prima di essere pestata a sangue - presa a pugni e schiaffi - e imbavagliata da tre rapinatori incappucciati che si è ritrovata in casa, alle 15 di lunedì. Un pomeriggio da ’Arancia meccanica’ quello che ha vissuto l’anziana donna, residente in viale Vespucci a Bellaria, una parallela del lungomare, zona densamente abitata. Mentre uno dei malviventi controllava da vicino l’anziana, mollandole a tratti qualche pugno e ceffone, facendola sanguinare copiosamente senza pietà, gli altri due hanno fatto il finimondo nella casa, rivoltandola come un calzino alla ricerca di denaro e preziosi.
"Ma in casa non teniamo niente di valore, alla fine se ne sono andati con 200 euro – racconta Claudio ’Zanzo’ Forlazzini, figlio della donna, con il fratello Fabio titolare di uno stabilimento balneare della zona –. Io ero andato in un bar sul porto a vedere la partita della Juventus, che iniziava alle 15. L’ho deciso all’ultimo momento, dopo una partita a carte nel bar che frequento abitualmente, dove però non c’è Sky. Il mio sospetto è che qualcuno mi abbia tenuto d’occhio da vicino, decidendo di fare irruzione a casa mia, dove abito con mia mamma, dopo avermi sentito dire che sarei andato a guardare la partita in tivù nell’altro bar. Sono convinto che è gente che mi conosce, e che io conosco. Hanno sfondato la porta d’ingresso, su una stradina laterale di viale Vespucci, poi sono saliti".
"Erano in tre – continua Claudio Forlazzaini –, tutti con guanti e il volto coperto da passamontagna. Avevano delle fascette di plastica da elettricista per legarla. L’hanno imbavagliata con il nastro, perché non chiamasse aiuto. Mia mamma, che è ancora sotto choc, cerca di riposarsi stando a letto, mi ha detto che non hanno pronunciato una sola parola per tutto il tempo". "Hanno ribaltato la casa cercando denaro e preziosi, che non c’erano – continua Claudio Forlazzini –. Quando sono ritornato, dopo essere stato chiamato al cellulare da mia mamma che piangeva disperata e sconvolta, sembrava che in casa fosse passato uno tsunami. Tutto quello che c’era in mobili e armadi era stato ribaltato sui letti e in terra. Mia mamma era ferita, choccata, terrorizzata".
Sul posto sono arrivate le forze dell’ordine e un’ambulanza. I sanitari hanno prestato le prime cure all’anziana, che si è rifiutata di farsi portare al pronto soccorso per ulteriori accertamenti, nonostante il suo stato. "Adesso farò installare un impianto di allarme e delle telecamere di videosorveglianza – conclude il figlio – più che altro per cercare di tranquillizzare mia mamma. Ma ormai non c’è modo di uscire di casa".