Record di No vax, Cattolica è maglia nera

Il dato peggiore tra i Comuni più grandi in tutte le fasce d’età. L’assessore Romeo: "Presenza storica di realtà contrarie ai vaccini"

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Se in Romagna la provincia di Rimini è quella con la percentuale più bassa di popolazione vaccinata (circa il 76% di persone hanno completato il ciclo, contro una media dell’81%, stando ai dati aggiornati all’8 novembre scorso), a Cattolica va la maglia nera tra i Comuni al di sopra del 10mila abitanti. In tutte e otto le fasce d’età prese in considerazione per l’indagine (dai 12 anni fino agli over 80), la Regina riesce a fare peggio di Rimini, Riccione, Bellaria, Santarcangelo. Cattolica va male soprattutto nella fascia 30-39 anni (i non vaccinati sono più di uno su quattro) e in quella 40-49. Secondo Nicola Romeo, neo assessore ai Servizi socio-sanitari della giunta di Franca Foronchi, la maggiore resistenza cattolichina ai vaccini è un fenomeno che arriva da lontano, non certo una novità recente. L’ex primario della neonatologia dell’ospedale di Rimini e della pediatria dell’ospedale di San Marino prova ad ofrire una sua lettura dei dati diffusi dall’Ausl.

Assessore Romeo, perché nel Comune di Cattolica la crescita delle vaccinazioni è più lenta rispetto ad altri Comuni sopra i 10mila abitanti?

"È una tendenza che non mi stupisce particolarmente. A Cattolica si registra storicamente, da almeno quindici o vent’anni, la presenza di associazioni e realtà che si pongono in maniera critica rispetto al tema dei vaccini. Questo credo che basti a spiegare, almeno in parte, la minore sensibilità del nostro territorio. In realtà è un trend che si riscontra non soltanto sul fronte dei vaccini per la lotta al Coronavirus".

Cosa intende dire?

"Covid a parte, anche se diamo un’occhiata alle vaccinazioni obbligatorie per i minori, noteremo a Cattolica e in alcuni Comuni limitrofi uno scarto rispetto ad altre realtà provinciali. Scarto che appare in linea con quello relativo alla difussione dei sieri anti-Covid-19".

Cosa può fare il Comune per invertire questa tendenza?

"Come ho già detto, si tratta di un trend che ha radici storiche per ben precise. Questo non significa che l’amministrazione comunale debba rimanere con le mani in mano. Ci sono azioni che il Comune può sicuramente mettere in campo. Ad esempio: in merito alle fasce d’età più anziane, e quindi maggiormente esposte ai sintomi del Covid, occorre verificare che non vi siano carenze nell’accesso ai servizi. Credo sia stato fatto tantissimo per garantire la piena accessibilità per tutti, ma vogliamo essere sicuri, e per questo farò degli accertamenti".

Cos’altro?

"Portare avanti una capillare campagna di informazione. Nel nostro territorio il minore impatto dei vaccini si scontra a volte anche con un problema di tipo culturale, che un’informazione corretta e trasparente può sicuramente sopperire. Sarà inoltre mio compito cercare di sensibilizzare tutti i medici di base e gli operatori sanitari".

Lorenzo Muccioli