MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Referendum: al voto solo uno su tre. A Rimini affluenza tra le più basse. Il centrodestra: "Disfatta per il Pd"

Appena il 31,1% degli elettori ai seggi: in Emilia Romagna soltanto Piacenza ha fatto peggio di noi. Le dem Corazzi e Petitti: "Risultato amaro, ma quando c’è da difendere i diritti il nostro partito c’è". .

Nel Riminese si è recato alle urne solo il 31,1% degli elettori (. foto Petrangeli

Nel Riminese si è recato alle urne solo il 31,1% degli elettori (. foto Petrangeli

Meno di un riminese su tre è andato a votare ai referendum. Tra domenica e ieri mattina, si è recato ai seggi solo il 31,1% degli elettori. Dopo Piacenza (27,8%) siamo la provincia con l’affluenza più bassa in Emilia Romagna. Un dato che non sorprende, anzi. Che aria tirasse lo si era capito domenica: alle 23 aveva votato solo il 22,48% degli elettori. Tutti al mare, urne quasi deserte. Ieri non è andata meglio. Un flop, qui come nel resto d’Italia. Addio quorum. Con la sinistra, la Cgil, i comitati del ’sì’ costretti a leccarsi le ferite.

LA MAPPA DEL VOTO

I comuni con la più alta percentuale di votanti sono stati quelli in cui governa il centrosinistra. In testa alla classifica c’è Santarcangelo (35,9%), a seguire Poggio Torriana (35,5%), San Giovanni in Marignano (34,3%), Rimini (32,5%), Cattolica (32,2%). Sulla carta, ci sarebbe anche Coriano tra i comuni con l’affluenza più alta: 35,2%. Ma togliendo i voti degli ospiti di San Patrignano la percentuale scende al 25% circa. A Riccione ha votato solo il 27,7%, a Bellaria il 27,8%, a Misano il 27,5%. La maglia nera dell’affluenza spetta a Sassofeltrio: 21,9%. Ma come hanno votato i – pochi – riminesi andati ai seggi? C’è stato un ’si’ schiacciante per i 4 quesiti dedicati al lavoro. Per l’88% ’sì’ al reintegro per chi è illegittimamente licenziato (il primo quesito). L’86,6% ha votato ’sì’ all’aumento del risarcimento in caso di licenziamento (era il secondo quesito). Ancora: l’87,9% dei riminesi ai seggi ha chiesto più tutela per i contratti a termine, votando ’sì’ al terzo quesito. Infine l’86,8% ha votato ’sì’ nel quarto quesito, quello sulla responsabilità di committenti e aziende appaltatrici in caso di incidenti sul lavoro. Meno netto il ’sì’ nel quinto referendum, quello per dimezzare il periodo (da 10 a 5 anni) per ottenere la cittadinanza italiana: a favore il 63% di chi è andato a votare nel Riminese.

COMPAGNI DELUSI

"Non aver raggiunto il quorum – ammette Giulia Corazzi, segretaria provinciale in pectore del Pd (il congresso è ancora in corso) – ci lascia una profonda delusione e la consapevolezza di vivere in un paese sempre più lontano non solo dalla politica, ma dal senso di appartenenza collettivo alla vita pubblica". Eppure "queste settimane lasciano in eredità segnali positivi. Ho visto tante persone, e tra loro molto giovani, parlare di lavoro e cittadinanza giusta come di elementi fondamentali per una crescita equa del nostro Paese. Ho visto rianimarsi le piazze con il Pd, gli altri partiti, la Cgil e tante realtà: uniti nel territorio per parlare alle persone e spiegare cosa c’era in ballo". "In un paese dove a ogni tornata elettorale (comunali comprese) i votanti sono sempre meno, 15 milioni di persone hanno scelto di votare per i referendum. Questo – osserva Emma Petitti, consigliera regionale e futura vicesegretaria regionale del Pd – è un grande risultato anche se non è stato raggiunto il quorum. Il dato politico è che quando si parla di difesa dei diritti il Pd c’è e ci sarà sempre. Siamo 15 milioni di elettori che vanno rispettati".

ESULTA IL CENTRODESTRA

"Un flop annunciato, previsto". Nicola Marcello, consigliere regionale e segretario provinciale di Fratelli d’Italia, non fa sconti: "Questo è il risultato di chi usa il referendum come mezzo di contrapposizione politica. Il ’sì’ risicato sul quesito della cittadinanza, da parte dei pochi che hanno votato, la dice lunga su come gli italiani la pensano su immigrazione e sicurezza...". "Verrebbe naturale chiedere a Maurizio Landini di dimettersi da segretario della Cgil dopo la disfatta sui referendum – dice Domenica Spinelli, senatrice di FdI – Ci accontenteremmo delle scuse per aver fatto spendere al governo tanti milioni di euro per le consultazioni. Soldi che si potevano usare per tagliare le bollette". "Fallimento totale – osserva il deputato e segretario della Lega in Romagna Jacopo Morrone – nonostante il Pd e gli alleati abbiano fatto davvero di tutto, in Romagna, per portare la gente alle urne".