Referendum San Marino, la vittoria dei sì

Passa la modifica alla legge elettorale. Confermata anche l'introduzione, nella Carta costituzionale, del divieto di discriminazione in base al genere e all'orientamento sessuale

Referendum a San Marino (foto Pruccoli)

Referendum a San Marino (foto Pruccoli)

San Marino, 3 giugno 2019 - Hanno detto sì, e lo hanno urlato forte e chiaro i sammarinesi. Vogliono che sia modificata la legge elettorale. Hanno dato il via libera con il loro voto al referendum, al conferimento, dopo il primo turno, di due mandati per formare una maggioranza attraverso un accordo tra liste e coalizioni, per evitare il ballottaggio. La proposta è stata accolta con il 60,58% di sì, contro il 39,42% dei no.

Sono 180 le schede bianche e 164 quelle nulle. Il secondo quesito referendario ha invece confermato l'introduzione, nella Carta costituzionale, del divieto di discriminazione in base al genere e all'orientamento sessuale per quanto riguarda le unioni di civili e i diritti conseguenti.

«La maggioranza e il governo dovranno iniziare a riflettere», dice Alessandro Cardelli della Democrazia cristiana. Più netto Alessandro Mancini del Partito socialista. «Il governo deve andare a casa», dice senza girarci attorno. «E’ strumentale dire che questa è una bocciatura per la maggioranza», replica Matteo Fiorini di Repubblica Futura. «E’ un referendum, non sono elezioni politiche», la difesa di Mimma Zavoli di Civico 10. Alle 21, un’ora dopo la chiusura delle urne, c’è da commentare il primo numero definitivo di serata, ed è quello dell’affluenza. Affluenza che è del 41,97%, decisamente in calo rispetto all’ultimo referendum del 2016 (-5,57%). A far la voce grossa, come sempre, sono stati gli elettori interni. 

Dei 22.661 aventi diritto, ieri si sono recati alle urne in 13.977 (61,68%), esattamente 2.149 in meno rispetto a tre anni fa (-8,02%). Numeri piccoli, quasi irrisori, per gli elettori esteri, ma questa non è una novità in Repubblica. La maglia nera, tra i tanti segni meno di giornata, spetta al Castello di Chiesanuova. Soltanto 457 dei 778 aventi diritto ieri al seggio hanno ‘spinto’ la scheda dentro l’urna facendo registrare un -12,18% rispetto alla precedente tornata referendaria. Il Il Castello con la maggiore affluenza (67,12%) è il più piccolo, quello di Montegiardino. In 42 hanno votato al seggio speciale dell’ospedale di Stato.