Registro "gender free", la rivoluzione del Serpieri

Nel regolamento del liceo ciò che conta è il nome scelto dallo studente "Dal prossimo anno tutte le persone potranno sentirsi più riconosciute"

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Al liceo Serpieri di Rimini si potrà cambiare nome in base al genere scelto, usando il cosiddetto ’nome di elezione’. La ’carriera alias’ verrà attivata già a partire dal prossimo anno scolastico. Una novità rivoluzionaria: transgender o gender variant possono chiedere di essere riconosciuti con il genere alternativo a quello assegnato alla nascita. "In Italia saranno circa una trentina gli istituti superiori che hanno fatto un passo in avanti come noi, scegliendo il principio dell’abbandono del giudizio", spiega Fabiola Perazzini, professoressa e responsabile del bullismo e cyberbullismo per la scuola, che a oggi conta più di mille iscritti. "Questa esigenza è nata grazie all’osservazione dei ragazzi che abbiamo sotto agli occhi tutti i giorni. Vogliamo che la scuola rappresenti un ambiente sereno: non si può più far finta di niente e la scuola è il primo luogo in cui si devono imparare i valori dell’accettazione e dell’inclusione".

Una rivoluzione che, quindi, sarà d’aiuto anche per le famiglie: "Anche i genitori, di fronte a questo fenomeno che culturalmente non viene ancora accettato pienamente, devono sapere che la scuola è un luogo sicuro, che le istituzioni ci sono". È proprio rivolgendosi a un’associazione di genitori di figli transgender, oltre che all’Asl di Rimini, che il liceo Serpieri ha capito come concretizzare la carriera alias: "Non è un riconoscimento ufficiale all’anagrafe, ma noi la mettiamo a disposizione per i registri, per compiti in classe, per liste scolastiche varie come quelle delle gite. Così la scuola può essere il luogo in cui si è liberi di esprimersi sempre", afferma Perazzini. E in quanto all’opinione del consigliere Andrea Pari (Lega), secondo qui questa scelta "genera confusione senza tutelare nessuno", la professoressa aggiunge che "sono processi complessi, queste persone non si svegliano confuse la mattina. Lo sono sempre di più, al contrario, quando non sanno in che spogliatoio o bagno andare, noi vogliamo che questo non accada più. Non giudichiamo le scelte personali, ma vogliamo evitare disagi e far sì che la scuola sia luogo in cui tutti si sentono riconosciuti".

Francesca Bombarda