Registro gender: "Idelogia, oltre la legge"

Montevecchi (Lega) presenterà un’interrogazione alla Giunta. Ma Tonti (Arcigay) ribatte: "Un passo in avanti fondamentale"

Migration

Con il liceo Serpieri di Rimini, in Italia sono circa ottanta gli istituti superiori che hanno scelto di inserire nei propri regolamenti interni una ’carriera alias’, che permette alle persone transgender di poter indicare il proprio ’nome di elezione’ seguendo così il genere sessuale scelto. Una scelta rivoluzionaria, nonostante il fenomeno in espansione, tanto che la Lega è intervenuta subito dopo l’annuncio e, poi, un gruppo di genitori di alunni frequentanti il liceo riminese ha inviato una lettera di protesta. Sono mamme e papà del Comitato per la Scuola in presenza di Rimini che definiscono la carriera alias ’illegittima’: "Così si crea incertezza nei giovani, il liceo faccia retromarcia", si legge. E ancora: "Si potrà cambiare nome con la stessa facilità con la quale si cambia la maglietta. Siamo stupiti che il Consiglio d’istituto abbia ignorato il rischio di favorire l’incertezza dei ragazzi", considerando la loro "identità in una fase evolutiva già instabile di per sé".

Anche il consigliere comunale della Lega Andrea Pari ha fatto leva sulla confusione che la carriera alias genererebbe tra gli alunni. E il collega Matteo Montevecchi, consigliere regionale Lega Emilia Romagna, ha pronta un’interrogazione che già nei prossimi giorni presenterà alla Giunta Bonaccini "perché vogliamo fermare il dilagare delle carriere alias nelle scuole".

"I dirigenti che attivano le carriere alias sbagliano – prosegue – e bypassano la legge. La loro è una fuga in avanti ideologica che legittima la teoria della fluidità di genere. Si basa tutto sull’autopercezione: uno non sarebbe più maschio o femmina sulla base del proprio dato naturale, ma ciò che si sente di essere al momento". E l’interrogazione che verrà presentata ha l’obiettivo di stabilire se le carriere alias siano legittime o meno, "in quanto non contemplate dalle normative vigenti".

Non è così, invece, secondo Marco Tonti, presidente Arcigay Rimini: "Cambiare nome come cambiare la maglieta? E’ un’altra bufala. In una società in cui queste persone vengono licenziate, buttate fuori casa o discriminate, come si può pensare che siano scelte prese a cuor leggero?". Al contrario: "Quella del liceo Serpieri e di molte altre scuole è un fondamentale passo in avanti: il fenomeno non solo si espande, semplicemente si rivela, perché fino a poco tempo fa queste possibilità erano impensabili". La scuola, quindi, solo così può essere quell’istituzione che dà ascolto e accoglienza. E, nel caso delle carriere alias, "è una forma di pressione importante", continua Tonti. Da insegnante, poi, conclude raccontando che "durante la giornata contro l’omotransfobia, un ragazzo di prima mi ha chiesto ’prof, ma perché ci sono persone contrarie? E’ solo un bene’".

Francesca Bombarda