
Louis de Ruiter, un olandese che ha trasformato la sua passione in un’attività di vita
In un mondo dominato dalle nuove tecnologie, dove la musica viene consumata con un semplice click sulle piattaforme di streaming, c’è ancora chi trova piacere nel gesto di sfiorare un vinile, osservarne la copertina e farlo suonare su un giradischi. Ogni tanto, guardare al passato non solo non fa male, ma permette di riscoprire il valore di un ascolto più attento e immersivo. A Rimini, c’è un angolo senza tempo che incarna questa filosofia: l’ultimo negozio di dischi ancora in attività, ‘Zona Disco’. Dietro il bancone c’è Louis de Ruiter, un olandese che ha trasformato la sua passione in un’attività di vita.Quello di via Sigismondo è un angolo senza tempo, l’ultimo negozio di dischi in attività a Rimini.
Da quanto è aperto Zona disco?
"Dal 1978. Io l’ho rilevato invece da una quindicina d’anni, vengo dall’Olanda e qui a Rimini ho incontrato l’amore e mi sono sposato".
Quali sono i dischi più venduti?
"I classici come quelli di Beatles e Pink Floyd sono immortali. Poi le novità come gli Artic Monkeys, i titoli hip hop, Travis Scott e tutti gli artisti italiani". Ha notato cambiamenti nei gusti musicali?
"Come in ogni cosa la moda fa da padrona anche nella musica. Ci sono generi nuovi che smuovono molto, ma i grandi classici rimangono".
Qual è il disco più raro che ha venduto?
"Poa dei Blocco Mentale, band italiana degli anni ’70".
Con il ritorno dei vinili c’è ancora spazio per i cd?
"Fino ad una quindicina di anni fa di vinili se ne vendevano veramente pochi, poi le case discografiche hanno deciso di puntarci di nuovo. Con il 45 giri basta molto meno fatturato per guadagnare. Però il vinile è ancora dietro al cd".
Ci sono dischi che non si aspettava avessero successo?
"Ce ne sono alcuni che non volevo neanche acquistare, ma poi mi sono dovuto ricredere, ad esempio i primi lavori di Blanco: l’avevo ascoltato ma non mi convinceva. Alla fine ho rimediato".
Quali sono le reazioni delle nuove generazioni quando entrano in negozio?
"Molti ragazzi guardano questi grandi dischi stupefatti, gli piace toccarli, ma spesso non si rendono conto di cosa hanno davanti e li maneggiano con poca cura lasciando ‘orecchie’ nei bordi e rovinando l’album".
Ha mai pensato di chiudere il negozio?
"No mai, i periodi negativi capitano a tutti, ormai ci ho fatto il callo. A volte penso che nessuno vuole più comprare i dischi, ma alla fine finisce sempre bene".
Quale album consiglierebbe a chi si avvicina alla musica?
"Direi di partire con i classici, ad esempio The dark side of the moon dei Pink Floyd, tra l’altro il disco da sempre più venduto, ma anche Beatles o gli italiani anni ’70 e ’80".
Tornando a The dark side of the moon, ha il primato anche su gruppi come i Beatles?
"Certo, il secondo disco che vendo di più non si avvicina neanche ai numeri che fa il capolavoro dei Pink Floyd".
Qual è il primo disco che ha acquistato nella sua vita?
"Ommadown di Michael Autfied. Un album di pezzi molto lunghi, non di certo pop, ma con una vena elettronica e ambient".
C’è un’artista che inviterebbe in negozio?
"Paul McCartney"
E un album per descrivere il suo negozio?
"Abbey Road dei Beatles".
Federico Tommasini