"Riapriamo le discoteche a San Valentino"

L’appello di Gianni Indino, presidente del Silb, al governo: "Fateci ripartire tra due settimane, sarebbe un bel segnale"

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"Sono convinto che per le discoteche dal governo arriveranno nuove restrizioni. Però vorrei che arrivassero anche indicazioni che ci permettono di programmare: ovvero non 15 giorni di proroga, ma la certezza che si potrà aprire il 15 febbraio. Anzi, possibilmente il 14 febbraio, San Valentino: sarebbe un bel segnale". Mette le mani avanti dando per scontata la proroga allo stop al ballo e lancia una controproposta, alla vigilia della riunione del Consiglio dei ministri, Gianni Indino, presidente del Silb, il Sindacato locali da ballo dell’Emilia Romagna.

Discoteche, la riapertura a febbraio: cosa succede

Indino chiede di non limitarsi a indicare una proroga della chiusura, ma fissare una data di riapertura che permetta ai gestori di programmare. Una data vicina, ma anche simbolica, il 14 febbraio, San Valentino, festa degli innamorati. "Noi, come sempre – aggiunge Indino – siamo a disposizione per creare le condizioni per riaprire in sicurezza. Regole e indicazioni le abbiamo sempre rispettate e continueremo a farlo". I gestori dei locali vengono da due anni di stop and go. Ora chiedono più attenzione da parte del governo, soprattutto alla vigilia di un provvedimento che, con ogni probabilità, allungherà per loro i tempi d’attesa. "Ci aspettiamo una proroga di quindici giorni – prosegue il presidente regionale Silb – ma c’è anche chi ne teme una più lunga. Il tempo è finito, adesso bisogna passare dalle parole ai fatti, non vogliamo più essere trattati come gli emarginati, gli untori e gli ultimi della classe. Siamo stufi, meritiamo rispetto". Fonte di malumore degli imprenditori del ballo ci sono anche i ristori. "C’avevano promesso 40 milioni per i ristori – si scalda Indino – dopo qualche ora sono diventati 30, in gazzetta ufficiale ne sono arrivati 20: quando si discute dove allocare le risorse noi veniamo sempre all’ultimo posto. Ma siamo un settore che in Italia raccoglie quasi 4mila imprese che, con l’indotto, danno lavoro a 150-200mila persone. Meritiamo rispetto".

Quello che i titolari delle sale da ballo chiedono, in un momento nel quale la variante Omicron ha rinchiuso in casa alcuni milioni di italiani, ma anche in cui la campagna vaccinale ha coperto una larghissima fetta della popolazione, è creare le basi per la ripartenza del settore che esce da questi due anni allo stremo delle forze. "ll nostro destino – conclude Indino – è stato sempre deciso da persone che non sono mai entrate in una discoteca. Dovrebbero cominciare a discutere con noi per aprire un nuovo percorso che ci veda uniti per superare una crisi e che metta al centro le regole, che noi abbiamo sempre rispettato e sempre rispetteremo, ma anche dare la possibilità alle nostre imprese di programmare il futuro come devono fare tutte le aziende del mondo".