"Riaprite la scuola a tutti gli studenti"

L’appello lanciato dai genitori alla luce anche dell’accoglimento di due istanze al Tar della Lazio. "Non c’è un nesso tra contagi e alunni"

La scuola a metà non basta ai genitori, soprattutto "dopo le due istanze accolte dal Tar del Lazio, di cui una vedeva in prima persone presenti anche referenti del movimento ‘Per la scuola in presenza di Rimini’" spiegano dal gruppo riminese. Il governo ha aperto al ritorno sui banchi dal 7 aprile, ma questo coinvolgerà una parte degli studenti. Si tratta oltre ai nidi e alle materne, delle elementari e della prima media. Rimangono escluse le restanti classi nelle scuole medie e i ragazzi delle superiori che continueranno a frequentare le lezioni con la tanto criticata didattica a distanza. Traducendo in numeri la parziale apertura, si avranno circa 7mila bimbi che frequentano le materne a cui sommare gli oltre 15mila delle elementari e i 3mila della prima media. Circa 25mila tra bambini e studenti. Rimarranno a casa, invece, circa 6.500 studenti delle medie e quasi 15mila delle superiori, senza dimenticare le migliaia di iscritti all’università che continua a rimanere senza lezioni in presenza.

I genitori vedono il bicchiere mezzo vuoto soprattutto dopo le istanze accolte dal Tar del Lazio che hanno seguito i ricorsi presentati dai genitori. "E’ stata una doppia vittoria al Tribunale amministrativo regionale del Lazio per i comitati aderenti alla Rete Nazionale “Scuola in Presenza”" ribadiscono i genitori. Innanzitutto il Tar "ha accolto la domanda cautelare formulata dai genitori del comitato Ri(n)corriamo la scuola di Firenze contro il Dpcm 2 marzo 2021 relativamente alla chiusura delle scuole in zona gialla e contro l’attivazione ingiustificata della Dad al 50% per le scuole superiori disposta dallo stesso Dpcm". Inoltre "lo stesso tribunale ha accolto anche la domanda cautelare presentata da un gruppo di genitori e di studenti e del Comitato “A Scuola!”, per la sospensione dell’efficacia del Dpcm 2 marzo nella parte in cui ha disposto in zona rossa la sospensione delle attività didattiche in presenza delle scuole di ogni ordine e grado". Ciò non sospende da subito i provvedimenti governativi, ma deve avere effetti nel breve periodo, ribattono i genitori. "Per entrambi i ricorsi, il Tar Lazio ha ordinato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di riesaminare le misure impugnate entro il 2 aprile, riconoscendo che esse ‘non appaiono supportate da una adeguata istruttoria’". I giudici hanno rilevato come ‘non emergano indicazioni specifiche ostative alla riapertura delle scuole’. Ovvero non si ritrova il nesso causa-effetto tra apertura e aumento dei contagi, come i genitori contestano da mesi.

Andrea Oliva