ANDREA OLIVA
Cronaca

Riccione fa i conti con il passato. Tolta la cittadinanza a Mussolini

Fu il Duce a volere la nascita di un Comune autonomo. Qui il capo del fascismo passava le vacanze estive. Il Pd: "Ne andava della nostra dignità". Maggioranza divisa. I civici: "La storia si studia, non si corregge".

Fu il Duce a volere la nascita di un Comune autonomo. Qui il capo del fascismo passava le vacanze estive. Il Pd: "Ne andava della nostra dignità". Maggioranza divisa. I civici: "La storia si studia, non si corregge".

Fu il Duce a volere la nascita di un Comune autonomo. Qui il capo del fascismo passava le vacanze estive. Il Pd: "Ne andava della nostra dignità". Maggioranza divisa. I civici: "La storia si studia, non si corregge".

Per oltre un secolo la cittadinanza onoraria conferita dalla città di Riccione a Benito Mussolini è rimasta chiusa in un cassetto. Non se n’è discusso nel dopoguerra e nemmeno quando la sinistra riccionese si trovò davanti a un bivio a cavallo del nuovo millennio: recuperare o demolire ciò che restava della dimora estiva di Mussolini? La storia ci insegna che l’allora sinistra al governo della città decise, non senza un acceso dibattito interno, di ristrutturare Villa Mussolini per farne un luogo di cultura aperto alla città e ai turisti. Anche allora quel pezzo di carta che conferiva la cittadinanza onoraria a Mussolini non emerse tra le scartoffie. Poi è arrivata l’Anpi, l’associazione nazionale dei partigiani, a chiedere alcune settimane fa che il Comune stracciasse quell’atto. E martedì sera il consiglio comunale ha votato per la revoca.

"Per noi è fondamentale questo atto per l’onore e dignità del nostro Comune" ha detto in consiglio comunale Chiara Angelini, per il Pd, in un intervento in cui ha elencato le vittime del fascismo in questa terra. "Conoscere è necessario, la storia di Mussolini è macchiata di crimini efferati. Revocare non significa dimenticare il passato, ma riaffermare i valori democratici e antifascisti alla base della nostra comunità. È un atto di coraggio civile". Trovare i voti per cancellare un documento risalente alla seduta consigliare del 4 novembre 1923 non è stato facile. Le liste civiche della maggioranza non hanno sposato l’idea perché, ha detto il consigliere comunale di 2030, Lazzaro Righetti, "se è vero che quando si parla di Mussolini non ci si può permettere ambiguità, visto che è stato un dittatore e ha guidato un regime responsabile di crimini contro la libertà e la dignità di milioni di persone, pur capendo le motivazioni simboliche e morali della revoca, quella cittadinanza è fatto storico e come tale va compreso". Dunque "la storia non si corregge ma si studia".

Nel dibattito interno alla maggioranza vive il corto circuito storico di una città che, pur rinnegandolo, non può dimenticare Benito Mussolini. La stessa autonomia amministrativa arrivata sul finire de 1922 fu uno dei primi atti firmati dallo stesso Mussolini da poco alla guida del governo. E l’anno dopo il ringraziamento prese la forma della cittadinanza onoraria. Fu un inizio. Villa Mussolini è una testimonianza vivente di un’epoca che, volenti o nolenti, con quel nome fu strettamente connessa. Le vacanze del Duce a Riccione, la borghesia che prendeva casa in questo lembo di terra affacciato sul mare, la crescita turistica di un territorio e dei suoi cittadini che scendevano dalle campagne per diventare pionieri del turismo, sono un fatto. Ancora oggi le testimonianze della presenza di Mussolini fanno parte della storia delle associazioni più longeve della città.

Ma una cosa è la storia, un’altra è un’onorificenza così imbarazzante. "La revoca non vuole cancellare la storia – spiegano dal municipio -, ma intende restituire dignità e coerenza a un riconoscimento che, per la sua natura, dovrebbe essere riservato a personalità che abbiano dato lustro alla città e si siano distinte per valori umanitari, civili e democratici".

Inutile dire che Fratelli d’Italia ha votato contro. Il suo esponente, Stefano Paolini, ha usato queste parole: "Il fascismo è un periodo storico che non si può cancellare, facciamolo studiare. Sono passati 102 anni, e ancora pensate a Benito Mussolini. La storia va tramandata. Chi la studia deciderà da che parte vuole stare. Ma non si cancella. Ci sono lati positivi e lati negativi in quel periodo storico per l’Italia. Voi avete paura della storia. Se oggi revocate la cittadinanza a Mussolini è perché a Roma c’è un governo di centrodestra".