Riforma delle pensioni: si va verso quota 103

La bozza è stata depositata in Congresso di Stato e presto arriverà in Consiglio. Previsto un aumento dei contributi dello 0,5% annuo. Via libera entro fine 2022

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Da quota 100 a quota 103, nel giro di sei anni. E ci sarà un aumento contributivo per tutti dello 0,5%, cercando di avere un sensato occhio di riguardo per gli stipendi più bassi. La bozza della riforma previdenziale è sul tavolo del Congresso di Stato e presto arriverà in prima lettura in Consiglio grande e generale, prima di passare in Commissione Sanità per poi tornare in Consiglio. Un iter che dovrebbe portare alla sua approvazione entro la fine dell’anno, al fianco della riforma del lavoro. "Ovviamente si tratta di una bozza – dice il segretario di Stato alla Sanità, Roberto Ciavatta – e quindi passibile di confronti continui, come da un anno a questa parte, sia con le parti sociali che con quelle economiche. E pure con le parti politiche. Per un testo il più possibile condiviso".

Sempre tenendo conto "della necessità – sottolinea il ministro – di garantire una sostenibilità al fondo pensioni". L’età minima fissata resta a 60 anni. E si tratterà di una quota calcolata, in purezza, tra età anagrafica e anni lavorativi. "Andiamo verso anni in cui si parlerà di pensione di vecchiaia – dice – considerando che si entra nel mondo del lavoro più tardi. E l’aspettativa di vita è decisamente aumentata". Insomma, i tempi sono cambiati e quella riforma datata 1983, seppur rivista negli anni, non riesce più a tenere il passo. "Registriamo disavanzi annuali, tra entrate e uscite contributive, di circa 75 milioni di euro – sottolinea – Quarant’anni anni fa si era scommesso sull’avere sei o sette lavoratori per ogni pensionato: oggi non è così quindi bisogna fronteggiare le maggiori uscite".