Riforma pensioni, aria di sciopero

Le sigle sindacali promettono conseguenze serie se il governo non modificherà la legge previdenziale

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"È un vero e proprio colpo di mano quello che ha attuato e sta attuando la maggioranza di governo nella Commissione Sanità sul progetto di legge di riforma previdenziale". Torna all’attacco della riforma previdenziali i sindacati. E lo fanno in coro Csdl, Cdls e Usl, proprio nei giorni in cui in Commissione si decide il futuro della riforma che poi piomberà in Consiglio grande e generale. "Da un lato vi sono impegni – dicono i sindacati – che la maggioranza si era assunta negli incontri nel sindacato, che non sono stati rispettati. Dall’altro sono stati inseriti articoli di cui il sindacato non era nemmeno a conoscenza, che aggiungono altri elementi di forte criticità a questa riforma". Lo stato della situazione sulla riforma delle pensioni e sulla riforma delle norme sull’occupazione, è stata illustrata dai segretari generali delle tre organizzazioni sindacali nelle prime due giornate di assemblee intercategoriali con i lavoratori di tutti i settori, estese ai pensionati. Giornate in cui sono state passate in rassegna le maggiori criticità del progetto di legge sulle pensioni.

"In primo luogo, il contributo dello Stato per colmare i deficit annuali del Fondo pensioni – spiegano – è stato presentato un emendamento che fissa in 20 milioni per dieci anni il prelievo dal Fondo pensioni lavoratori dipendenti, nonostante l’impegno della maggioranza di valutare la riduzione di tale cifra. Al contempo non vi è nessuna certezza che il contributo dello Stato rimarrà nella misura del 25% delle entrate contributive qualora, attraverso il prelievo dal Fondo pensioni, l’importo necessario per colmare il disavanzo si rivelasse inferiore a tale soglia".

Non solo. "Non c’è nessuna certezza rispetto a come saranno ripianati i disavanzi pensionistici che si sono registrati dal 2019 in avanti. Vi è pertanto il rischio concreto che qualcuno prossimamente voglia proporre di ripianarli usando le risorse del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, privandolo di altre decine di milioni di euro". Ma non è tutto. "Un altro colpo di mano del governo, riguarda il fatto che nello stesso progetto di legge l’aumento dell’età pensionabile sarebbe scattata dal 1° aprile 2023. Questa data era stata indicata anche per consentire ai lavoratori di avere il tempo necessario per fare le più approfondite valutazioni. Invece, è stato approvato un emendamento che anticipa l’innalzamento dei requisiti di età anagrafica al prossimo 1° gennaio. Anche questa è una modifica unilaterale che ha il sapore della provocazione". Una volta che il testo sarà stato approvato dalla Commissione, le organizzazioni sindacali provvederanno "a redigere delle proposte di emendamento che saranno presentate a tutte le forze politiche, chiedendo loro di farle proprie e di portarle nell’aula consigliare per modificare il progetto di legge. Questa richiesta del sindacato avrà necessità del massimo supporto da parte dei lavoratori e, qualora non fosse accolta favorevolmente dalle forze politiche, l’iniziativa conseguente non potrà che essere uno sciopero generale durante i lavori del Consiglio".