
Non si tratta solo di basket, ma di un confronto identitario tra due città distanti solo pochi chilometri. Una semifinale playoff che riaccende una sfida antica. Una tensione che si respira sul parquet e fuori.
Amarsi? No, neanche un po’. Magari qualche tentativo di abbraccio, un saluto amichevole. Ma amarsi no, mai. Rimini e Forlì si ritrovano in un derby di A2 che vale tanto, una semifinale playoff, e non nascondono la rivalità. Non solo cestistica, ci mancherebbe. I due palazzi dello sport, il Flaminio e l’Unieuro Arena, distano 50 km abbondanti, ma in mezzo c’è un mondo.
Il culmine, nel basket, è arrivato nella primavera del 1995. La Teamsystem Rimini, costruita per vincere e con in squadra un Carlton Myers già protagonista in Serie A, ha finito la stagione regolare al primo posto ma in finale, nella serie che assegnava la promozione in A, a vincere è stata l’Olitalia Forlì. Netto, il 3-0 conclusivo, un risultato ancor più bruciante per Rimini perché chiuso nella terza partita da una tripla di Andrea Niccolai, entrata poi prepotentemente nella storia della rivalità. Il territorio, metro dopo metro e chilometro dopo chilometro, cambia.
Perché basta arrivare al confine della provincia di Rimini a nord, per capire che le simpatie sportive fluttuano. Nel calcio, per il Cesena. Nel basket, in tono minore e più sfumato, per Forlì. C’è un cuscinetto in cui le due passioni convivono, ma le roccaforti rimangono solide e inscalfibili. Le due città, in fondo, sono vicine. Sono Romagna. E allora non ci si rassegna agli sguardi sottecchi e alle fredde strette di mano.
Ci vuole qualcosa di più. Come una holding dei cieli. Pensata, auspicata e voluta da alcuni. Ma non da tutti. I due aeroporti, il Ridolfi e il Fellini, dovevano diventare una cosa sola. Non è successo. Certo, qualche volta i tentativi di collaborazione sembrano avere il sopravvento, ma durano poco. In tutti i settori, sportivi e pubblici. Proprio la pallacanestro è stata protagonista della fusione mancata più clamorosa della storia recente della Romagna sportiva.
Il 29 maggio del 1997, i due patron, Angelo Rovati e Corrado Sberlati, annunciarono pubblicamente la fusione tra le due società in un particolare contesto in cui Forlì era appena scesa in A2 e Rimini salita in A1. La nuova squadra, che avrebbe giocato nella massima serie, si sarebbe chiamata "Romagna Basket" e avrebbe disputato le partite interne a Forlì. Immediata la protesta riminese. Un moto di piazza d’altri tempi, con processioni e magliette con un messaggio chiaro: "Anch’io, con passione, ho lottato contro la fusione". E fusione non fu, con comunicazione ufficiale avvenuta pochi giorni dopo, il 5 giugno. Insomma, vicini di appartamento, che magari si salutano anche con un buongiorno. Ma poi rientrano in casa e si mandano anche a quel paese.
Loriano Zannoni