Rimini, 22 maggio 2023 – La sua passione per i mercatini le è costata cara. Una donna riminese di 74 anni si ritrova a processo, accusata di ricettazione per alcuni reperti di epoca etrusca scoperti dai carabinieri sulla sua bancarella, in mezzo a bomboniere, abiti vintage e chincaglierie. La donna, difesa dall’avvocato Andrea Muratori sostiene che quegli oggetti sono finiti in mano sua per caso: erano dentro una scatola piena di cianfrusaglie che le era stata regalata da un’amica, e non aveva sospettato nemmeno per un secondo che potessero essere dei reperti archeologici.
Tutto comincia nel 2020 quando la donna, insieme alla sorella, si reca a Pesaro per il mercatino rionale. Da un po’ di tempo quello è diventato il suo nuovo hobby, non si perde un evento tra i tanti che si svolgono tra Romagna e Marche. Ma quel giorno tra le persone che affollano le bancarelle ci sono anche i carabinieri del nucleo per la tutela patrimonio culturale. E gli occhi dei militari si posano sul vasellame e alcune statuette che la riminese ha messo in bella mostra sul suo banco. Sospettando che possa trattarsi di reperti archeologici, i carabinieri decidono di sequestrare tutto nello stupore della proprietaria, che cade letteralmente dalle nuvole. Gli oggetti vengono fatti esaminare dalla Soprintendenza di Ancona. Nella maggioranza dei casi si tratta di ‘falsi’. Ma due oggetti, tuttavia, vengono ritenuti autentici, e fatti risalire al periodo etrusco. La 74enne si ritrova così nei guai, con un procedimento per ricettazione aperto a suo carico. Finisce alla sbarra, davanti al giudice monocratico del tribunale di Rimini. Sostiene di non centrare nulla con quei reperti tanto datati, che meriterebbero di stare in un museo anziché in un mercatino delle pulci.
Insieme al suo legale, ha ricostruito a ritroso il percorso compiuto dagli oggetti prima di entrare in suo possesso. In passato appartenevano a un ristoratore sammarinese. Dopo la morte di questi il materiale era passato al figlio, che se n’era completamente dimenticato, lasciandolo a fare la muffa in garage. Poi, un giorno, aveva deciso di liberarsi di tutta quella roba e chiamato una donna delle pulizie, che aveva sistemato gli oggetti in uno scatolone e se l’era portato via. La donna delle pulizie poi aveva ceduto il materiale direttamente alla riminese con la passione dell’hobbismo, che aveva preso lo scatolone senza sapere cosa ci fosse all’interno. A riprova della sua buona fede, è la tesi sostenuta dalla 74enne riminese, il fatto che tutti gli oggetti, inclusi i reperti etruschi, fossero stati messi in vendita a un prezzo tra i due e cinque euro.