Ripartono gli studi sull’Alzheimer

All’ospedale di Cailungo inizia la seconda fase della ricerca coordinata dall’Università e dai medici dell’Iss

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Il Titano rappresenta il contesto giusto per capire se esistano dei segnali precoci per verificare se una persona sarà affetta dal morbo di Alzheimer entro tre anni dagli esami e implementare così un sistema a beneficio della salute dei cittadini? Alla risposta, dal 2016, lavorano accademici dell’Università di San Marino e medici dell’Istituto per la sicurezza sociale con il coinvolgimento degli Atenei inglesi di Reading, Exeter e Birmingham, coordinati dal ricercatore sammarinese Francesco Tamagnini. Attraverso un’analisi su circa 40 pazienti seguiti dal reparto di neurologia dell’ospedale di Stato, negli ultimi sei anni il gruppo ha curato una ricerca che inaugura ora la sua seconda fase con un convegno internazionale in programma domani, dalle 9, nella sala ‘Il Monte’ dell’ospedale di Cailungo. Il convegno ha l’obiettivo di verificare la possi bilità di ampliare il progetto coinvolgendo più pazienti. Ciò sarebbe orientato alla progressiva creazione di una vera e propria attività di screening, molto simile a quelle attualmente implementate per le diagnosi precoci dei tumori, attraverso la quale la cittadinanza potrebbe contare su un sistema non invasivo ed economico rappresentato dall’elettroencefalogramma. "Questo progetto – dice il rettore Corrado Petrocelli - è nato diversi anni fa quando da un censimento degli studiosi sammarinesi attivi all’estero è emersa la figura di Tamagnini, impegnato in Inghilterra, con il quale abbiamo impostato una ricerca che stiamo portando avanti con grandi risultati e soddisfazioni". Un’osservazione subito raccolta dal direttore generale dell’Iss, Francesco Bevere. "I cittadini sammarinesi – spiega – hanno il diritto di ricevere tutte le cure di qualità e possibilmente in territorio. Questo studio è importante perché conduce in questa direzione". Nel suo intervento, Tamagnini è partito proprio dalla descrizione del contesto sammarinese: "Il fatto che al Titano abbiamo una popolazione ridotta, con un’aspettativa di vita molto alta e parecchio seguita a livello socio-sanitario, ci ha permesso qualcosa di affatto scontato come la creazione di un data base attorno al quale impostare un progetto di grande impatto". La responsabile del reparto di Neurologia dell’Iss, Susanna Guttmann, ha indicato le dimensioni del fenomeno sul Titano: "Oggi sappiamo che l’incidenza delle malattie neurodegenerative è elevata anche a San Marino. Il registro che abbiamo realizzato all’Unità di Neurologia dell’Iss conta infatti già oltre 400 persone. Per questo l’identificazione precoce dei disturbi cognitivi è fondamentale. È proprio quello che stiamo realizzando attraverso questo progetto di ricerca".