ANDREA OLIVA
Cronaca

Ripartono i salvataggi: "Costretti a stare in torretta anche con l’allerta rossa"

Sabato comincia la stagione balneare e i marinai entreranno in servizio. Guitto (Cgil): "Tanti rischi e stipendi bassi, troppi i problemi non risolti".

I marinai di salvataggio sono pronti a tornare in torretta: sono 250 quelli impegnati a Rimini

I marinai di salvataggio sono pronti a tornare in torretta: sono 250 quelli impegnati a Rimini

In torretta anche con l’allerta rossa "rischiando per la propria salute". Tutto questo per stipendi che variano tra "1.400 e 1.800 per chi ha maturato una lunga esperienza. Non certo cifre che testimoniano non solo la professionalità, ma anche i rischi e le responsabilità che può avere un marinaio di salvataggio" dice Francesco Guitto, sindacalista della Cgil.

La stagione è ormai alle porte. Il 17 maggio tutti in torretta, come recita la circolare nazionale emanata dal Comando generale delle capitaneria di porto. Per i marinai che vestiranno la maglietta da baywatch si tratterà di una settimana in più di lavoro a inizio stagione, che verrà bissata in settembre con una ulteriore settimana in più arrivando al 21 del mese. Tra una manciata di giorni arriveranno in spiaggia circa 250 marinai di salvamento, tante sono le torrette presenti lungo il litorale della provincia riminese. "Contando anche i salvataggi che andranno a coprire eventuali buchi di organico durante la stagione – prosegue Francesco Guitto, referente di settore per la Cgil – arriviamo a oltre 300 unità. L’avere anticipato la stagione non sta creando, salvo casi sporadici, problemi nel reperimento del personale. Da noi, al contrario di altre località di mare, il ricorso a giovani studenti in torretta è molto limitato, dunque non si corre il rischio di non avere il dipendente prima della fine della scuola".

Ad allungarsi non è solo la stagione, ma anche la lista delle responsabilità. "Oggi parliamo di una figura sempre più qualificata che ha con sé come dotazione l’ossigeno, deve sapere usare il defibrillatore e così via. Inoltre dobbiamo tenere in considerazione le responsabilità anche penali che si hanno soccorrendo le persone. Ma tutto questo a fronte di paghe che sono da semplice settore turistico". C’è un altro tema che fa storcere il naso a chi è in torretta. "In caso di allerta rossa ai cittadini viene consigliato di starsene a casa e non andare al lavoro. Ma i marinai non solo devono rischiare per andare al lavoro, ma devono anche stare in torretta. Perché devono prendersi simili rischi? Abbiamo posto il problema anche alla Capitaneria di porto. C’è poi il tema della pausa pranzo in estate con torrette alternate, un grande specchio d’acqua da tenere sotto controllo e dunque maggiori rischi". Quello del salvataggio, chiude Guitto, è un lavoro che vede aumentare le responsabilità, "e chi lo fa da molti anni potrebbe essere disincentivato dal proseguire".

Andrea Oliva