LORENZO MUCCIOLI
Cronaca

Risparmiatori truffati a Rimini dal direttore di banca: buco da milioni di euro

Coinvolte una quindicina di famiglie: “Era in grado di pagare di tanto in tanto alti interessi con soldi di altri clienti”

Risparmiatori truffati dal direttore di banca

Rimini, 4 agosto 2023 – Avevano affidato a quell’uomo i risparmi di una vita, convinti che con lui sarebbero stati in una ‘botte di ferro’. La doccia fredda, per una quindicina di famiglie italiane (per lo più riminesi), è però arrivata a distanza di alcuni anni, quando si sono accorte non solo che dai rispettivi conti correnti sembravano spariti nel nulla centinaia di migliaia di euro, ma addirittura di essere in debito con l’istituto credito a causa di operazioni mai autorizzate.

Per far valere le proprie ragioni, i risparmiatori hanno così deciso di rivolgersi agli avvocati Piero Venturi e Gian Vito Antinori, depositando alla Procura di Rimini una denuncia/esposto nei confronti di un riminese di 56 anni, ex direttore di filiale di una banca della Repubblica di San Marino, accusato di aver compiuto movimentazioni tutt’altro che trasparenti per un valore complessivo di alcuni milioni di euro portando di fatto le famiglie quasi sul lastrico.

I legali hanno ipotizzato i reati di appropriazione indebita, furto pluriaggravato, truffa e autoriciclaggio – anche se spetta agli inquirenti il compito di svolgere accertamenti sulle segnalazioni ricevute e la posizione del 56enne – e annunciano di essere pronti ad avviare un’azione legale anche sul Titano. Secondo quanto riferito dalle presunte vittime nell’esposto, il 56enne – che ha alle spalle un passato da promotore finanziario e che già da qualche tempo non lavora più per l’istituto sammarinese, avendo cambiato completamente attività – avrebbe fatto leva sulla grande fiducia che i risparmiatori nutrivano nei suoi confronti, arrivando nel tempo a vederlo quasi come "uno di famiglia", per convincerli ad aprire un conto nella banca da lui rappresentata e a mettere nelle sue mani somme importanti - che andavano da 100mila fino ad arrivare a oltre 300mila - con la promessa di una gestione economica e finanziaria a basso rischio. I risparmiatori non avevano alcun motivo di dubitare della sua buona fede, vista l’amicizia di lunga data che li univa da parecchi anni, e dormivano sonni tranquilli sapendo di poter contare su un professionista in possesso di tutti i requisiti e le competenze.

Il funzionario, secondo quanto riferito dai denuncianti, avrebbe provveduto in prima persona alla raccolta del denaro recandosi personalmente a casa delle famiglie. Quest’ultime, dal canto loro, sostengono di non aver mai ricevuto documenti ufficiali o contabili da parte della banca e che tutte le principali operazioni si sarebbero svolte nelle loro abitazioni e non nella sede dell’istituto.

Era lo stesso 56enne – proprio in virtù di quel rapporto di fiducia instaurato con i clienti – ad occuparsi di tutto, andando periodicamente a far loro visita per illustrare l’andamento degli investimenti, far firmare documenti e pratiche e consegnare materialmente somme frutto degli interessi maturati dai correntisti o adempiere a loro richieste di prelievo di determinare cifre. Secondo il perito dei querelanti, il commercialista riminese Fabio Fraternali, il promotore riusciva a mantenere in piedi lo schema Ponzi pagando di tanto in tanto alti interessi ai clienti con soldi di altri clienti. Insomma un gioco di scatole comunicanti, in realtà tutte vuote. Inoltre si ipotizza anche che alcuni degli estratti conti mostrati per tranquillizzare i correntisti riportassero cifre non in euro ma bensì di lire turche e quindi estremamente gonfiate. "Che fine abbia fatto il denaro, stiamo parlando di qualche milione di euro - ha detto l’avvocato Venturi - non è dato sapere perché l’istituto di credito sammarinese si è trincerato dietro un monolitico silenzio".

l.m.