Rimini, poliziotti aggrediti in piazzale Gramsci

Gli agenti erano intervenuti per alcuni stranieri ubriachi

Rimini, 7 maggio 2018 - Due poliziotti feriti e due persone arrestate dopo una violenta colluttazione. Così si è presentato sabato pomeriggio piazzale Gramsci, sotto gli occhi atterriti della gente.

Tutto comincia alle 17,30, quando una residente rientra a casa. La donna abita all’angolo con via Cornelia e lì ha parcheggiato anche la sua Audi A3. Quando arriva si rende conto che il deflettore dell’auto è spaccato e accanto c’è un gruppetto di stranieri parecchio ubriachi che la guardano divertito e comincia a sfotterla. La signora è arrabbiata, ha capito che è stato uno di loro a fare il danno e li redarguisce. Uno di questi, un ucraino, si alza da terra e senza tanti complimenti le dice che è stato lui, e che vada pure a quel paese. Il gruppo è pieno di alcol, la donna impaurita sale di corsa in casa e mentre chiama la Polizia si affaccia al terrazzo. E da lì vede l’ucraino che l’ha apostrofata un attimo prima che sta prendendo a pugni la sua Audi. L’uomo è fuori di sè, continua a vibrare colpi, fino a spaccare il parabrezza e a ferirsi seriamente. Nel frattempo la Volante arriva sul posto, e gli agenti si trovano di fronte alla piccola banda di stranieri dall’aria bellicosa. L’ucraino sembra il più spavaldo, e nemmeno si rende conto che sta perdendo parecchio sangue. Gli agenti si avvicinano per chiedere i documenti, e aiutare il ferito a fermare l’emorragia. L’altro però reagisce con violenza, comincia a inveire a e scagliarsi contro i poliziotti, e la situazione si fa all’improvviso pericolosamente ‘calda’, soprattutto considerando che sono le cinque del pomeriggio e che c’è un sacco di gente in giro. Gli stranieri sono 6-7, mentre gli agenti soltanto due: dall’aria che tira potrebbe succedere di tutto. I poliziotti riescono a infilare le manette all’ucraino e chiamano rinforzi, ma all’improvviso dal gruppo si stacca quello che risulterà poi essere un afgano che si toglie la cinta dai pantaloni e si avventa contro uno degli agenti, cercando di stringergliela intorno al collo. Si scatena una colluttazione ancora più violenta, mentre sul posto arrivano a dare manforte anche una pattuglia dei carabinieri e altre due Volanti.

La gente è atterrita, qualcuno scappa spaventato, altri si chiudono nelle case e nei negozi. Ma alla fine l’afgano viene immobilizzato e ammanettato, mentre gli altri del gruppo decidono che è meglio non intervenire. I due aggressori vengono arrestati e portati negli uffici di Corso d’Augusto, gli altri solo identificati (la maggio parte è romena) e invitati ad andarsene dalla piazza. Gli accertamenti in questura rivelano che l’ucraino è regolare, mentre l’altro ha in tasca una richiesta d’asilo scaduta. Hanno precedenti di polizia di poco conto, soprattutto per invasione di edifici essendo senza fissa dimora. Stavolta invece finiscono in cella per lesioni, resistenza e danneggiamenti. Anche i due agenti sono costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso (cinque giorni di prognosi). Uno dei due è Alberto Oppi, sindacalista del Silp. «Chi viene in Italia deve essere accolto in mniera dignitosa – dice – diversamente diventa un problema per sè e per la comunità. La situazione non è tollerabile».