"Ristoranti a ore? Meglio la chiusura"

I gestori in fibrillazione per l’ipotesi di limitare le aperture alle 18: "Negli ultimi giorni clienti dimezzati, sarebbe il colpo finale"

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"Da giorni i locali hanno dimezzato la clientela, ’grazie’ al terrorismo del Governo. Se viene confermata la chiusura alle 18, sarà la fine per buona parte del nostro settore. Il 90% rinuncerà ad aprire nelle ore diurne, e rischia di non riaprire mai più". E’ bollente il telefono di Gaetano Callà, presidente Fipe, tempestato dalle chiamate dei propri associati. Sono oltre mille tra estivi e stagionali i bar ristoranti nel Riminese. L’ipotesi che circola per il prossimo Dpcm parla di stop alle 18 e serrande abbassate di domenica. "Quei nuovi orari vogliono dire chiusura – fa eco Gianni Indino, Confcommercio –, meglio darci uno stop e un ristoro per le perdite sanguinose che avremo. Meglio un taglio secco che una lenta agonia. Il rischio è che dilaghino cene abusive senza controlli, mentre nei locali sono stati spese somme ingenti per la sicurezza, riducendo i coperti".

"Da lunedì scorso c’è un calo del 30-40% di clienti – fa eco Daniele Guidi, con Luca Migani titolari del ristorante Club Nautico –,ì. Da quando il Governo ha intimato ’state a casa’ sono fioccate le disdette. Con i nuovi orari di chiusura di cui si parla, sarà un disastro. La situazione è drammatica". "La gente è spaventata – dice Roberto Gemma, Il Brigante, Misano – spariti i gruppi, spariti i congressi. Piuttosto che limitare l’orario meglio chiudere del tutto. Finora abbiamo resistito, chiudere vorrebbe anche dire lasciare a casa una dozzina di dipendenti".

"Da tre settimane il flusso di clientela cala sempre di più – dice Ivan Nicoletti, ristorante Retro Borgo a San Giuliano –; di giorno, anche per l’aumento dello smart working, non si fa quasi niente. Oggi a pranzo avevamo dieci coperti. L’asporto non è una soluzione, non ci copri neppure le spese. Col taglio degli orari ci costringono a chiudere. Senza sapere se riapriremo". "Stiamo facendo i miracoli per restare aperti in sicurezza – dicono dall’Antica Drogheria Spazi di piazza Cavour –, sulla quale abbiamo investito molto. Ma il coprifuoco serale ci taglierà le gambe, a quel punto è meglio chiudere". "Disastro completo poi – prosegue Indino – per quei locali come Bounty, Lord Nelson e Rose & Crown dove il grosso del lavoro si svolge tra le 22 e le due di notte".

"Noi lavoriamo soprattutto tra le 19 e le 22 – dice Filippo ’Gil’ Paternostro, ristorante Magna Grecia di via Tonini –, se ci limitano l’orario alle 18, o fosse anche alle 21, è come farci chiudere. Faremo qualche asporto, lasciando a casa i dipendenti, ma le spese di affitto e le tasse restano. Non si va avanti".

Mario Gradara