’Romagnawood’: Rimini e la riviera riconquistano la scena al cinema e in tivù

Sempre più film e serie televisive ambientate nel nostro territorio: oltre quindici produzioni per il grande e il piccolo schermo tra 2020 e 2021, dall’Isola delle Rose al discusso reportage su San Patrignano a ’Sotto il sole di Riccione’ e tanti altri

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Rimini e la riviera riconquistano la scena. In senso letterale. Sono sempre più numerose le produzioni cinematografiche e televisive che hanno scelto questo territorio quale ’quinta’ naturale. Segnali di vitalità e di interesse che inorgogliscono Andrea Gnassi. "Qualcuno l’ha già soprannominata ‘Romagnawood’ o ’Hollywood sull’Adriatico’ – attacca il sindaco di Rimini –. Ma al di là della battuta è un fatto che dal 2020, e per tutto il 2021, sono oltre 15 le produzioni cinematografiche e televisive che hanno scelto come scenario proprio Rimini, la riviera e l’entroterra di questo territorio". L’elenco è lungo. Si tratta di produzioni eterogenee, che vanno dalla serie televisiva che trasporta per Netflix sullo schermo un famoso romanzo (Fedeltà, di Marco Missiroli) a Summertime a ‘Sotto il sole di Riccione’ di Vanzina al film per la tv tedesca Ard ‘Rimini, all’Isola delle Rose e alla discussa serie su San Patrignano, ai documentari sulla storia e la cultura del nighclubbing in Riviera. Ancora, dai documentari su Fellini e Zavoli alle produzioni che verranno dedicate alla Uno Bianca. "Al di là delle coincidenze – continua Gnassi – e dell’ottimo lavoro in sinergia che stanno facendo Visit Romagna, la Cineteca di rimini con la Film Commission regionale, insieme ai diversi Comuni, credo che di fondo emerga la ritrovata centralità del nostro territorio nello sviluppo narrativo della storia d’Italia attuale". Un po’ quel che avvenne sino alla fine degli anni Ottanta, Rimini, con la sua storia e le sue storie, i suoi slanci verso il futuro e le sue contraddizioni, diventa simbolo e specchio di un intero Paese nei diversi bivi della propria vicenda collettiva.

"La tv e il cinema che si spostano in massa sulla Riviera di Rimini – continua Gnassi – fanno il paio con l’attenzione crescente nei tempi recente degli scrittori italiani (da Missiroli a Gino Vignali, a Enrico Brizzi, ad Aldo Cazzullo, ad Enrico Franceschini) e, su un lato apparentemente più effimero, la stessa musica pop. Tra la ‘rigenerazione’ rap di un hit degli anni Ottanta come ‘Rimini-Ouagadougou’ sino a ‘Un’estate a Rimini’ di Ploz, all’inno 2021 del Publiphono ‘Portami a Rimini’ di Rocco, ad altre produzioni anche legate a Fellini, in qualche modo la vacanza italiana torna ad essere rappresentata attraverso i nostri luoghi, le nostre spiagge, il nostro ‘way of life’".

È chiaro che, rispetto al discusso periodo anni Ottanta che ebbe il suo zenith con la pubblicazione del libro di Tondelli ‘Rimini’, oggi non c’è la stessa univocità della fonte, le voci diventano un coro, si parcellizzano, quasi un fenomeno naturale ai tempi dei mille social e delle altrettanto numerose piattaforme. "Ma ad unire fasi storiche diverse – insiste il sindaco – c’è la capacità di Rimini di essere allo stesso tempo cangiante ed eterna libera e in movimento e cambiamento. Forse davvero ha ragione chi da fuori e che non ha la nostra forza auto dissacrante e a volte un po’ autodistruttiva".

Gnassi non sfugge a un passaggio anche autocelebrativo: "Ha ragione chi dice che Rimini è sempre più avanti degli altri. E non lo dico con la partigianeria di un sindaco, ma col sentimento diffuso che oggi la città e i riminesi sentono per il cambiamento della città. Certo Rimini ha mille difetti ma è, a differenza di tanti altri che magari partono ora , in cammino e in rivoluzione".

"Un pezzo dell’Italia mai uguale all’anno prima, sempre in movimento, sempre un passo avanti e per questo immutabile nei desideri, creativi e quotidiani, di tutti. Oggi il fatto che altri lo colgano lo scrivano lo raccontino con libri musica social serie tv film, non è solo una botta d’orgoglio ma uno stimo.

Mario Gradara