"Ancora una volta si fa lo sconto a chi è inadempiente". E’ il segretario della Confederazione del lavoro Enzo Merlini a puntare il dito contro un nuovo capitolo della rottamazione delle carte esattoriali. Rottamazione che viene riproposta all’interno del progetto di legge di assestamento di bilancio che prevede uno sconto sulle sanzioni per chi non ha pagato contributi, monofase e imposte. "Un provvedimento analogo – ricorda Merlini – era già stato adottato qualche anno fa. All’epoca sembrava l’ennesimo provvedimento una tantum teso a fare cassa, visto l’enorme ammontare dei crediti. Assistiamo ad una stridente contraddizione: da un lato è stato approvato un decreto che ha l’obiettivo di rendere più efficiente ed incisivo il lavoro di riscossione dell’esattoria; dall’altro si ripropone un provvedimento che ancora una volta fa lo sconto a coloro che sono inadempienti". Secondo il segretario della Cdls "così facendo si dà l’idea che fra qualche anno ce ne sarà un altro ancora. Quindi, il messaggio che passa è molto chiaro: perché pagare, se è lecito attendersi che tra qualche anno arriverà un altro condono?
Ad oggi, l’applicazione delle sanzioni è l’unico deterrente per indurre tutti a fare il proprio dovere. Visti i tassi applicati dalle banche per i finanziamenti necessari allo svolgimento dell’attività economica, perché rivolgersi agli istituti di credito per farsi fare credito? Tanto vale che sia lo Stato a fare da banca: costa meno".
E’ evidente che il sindacato non sia d’accordo su questa misura. "La motivazione che viene addotta – spiega Merlini – ascoltando anche il dibattito che ogni volta si sviluppa fuori dai nostri confini, è che questi provvedimenti servono perché, altrimenti, l’alternativa sarebbe non incassare niente. Se questo fosse il pericolo, è una ragione in più per rivedere il sistema. Da tempo sosteniamo che il capitale sociale delle imprese debba essere proporzionato al volume d’affari, al fine di avere adeguate garanzie per il pagamento di stipendi, contributi e imposte. Inoltre, occorre che le procedure di riscossione dei crediti siano tempestive". Ancora oggi, spiega, "veniamo a conoscenza di imprese che non hanno pagato i contributi per anni e i lavoratori non sono stati informati per tempo, né rispetto all’inadempienza in quanto tale, né rispetto alle azioni di recupero crediti intraprese, compresi gli eventuali piani di rientro definiti dall’Iss o da Banca Centrale. Non va per niente bene Non può essere ostentato il diritto alla privacy anche in situazioni di questo genere. Se serve una modifica normativa, chiediamo al governo di adottarla quanto prima".