Aeroporto Fellini, "Ryanair raddoppierà le rotte"

Airiminum: 22 milioni per rifare terminal e parcheggi al ‘Fellini’. E dal 2019 volo per Monaco

Da sinistra Quaranta, direttore Enac, Fincato, presidente Airiminum e l'ad Corbucci

Da sinistra Quaranta, direttore Enac, Fincato, presidente Airiminum e l'ad Corbucci

Rimini, 19 settembre 2018 - Il brindisi. La festa ieri in aeroporto, per celebrare l’atto con cui (a gennaio) Ariminum ha ottenuto la concessione del ‘Fellini’ per i prossimi trent’anni. Ma se si guarda al volume di voli e passeggeri, Airiminum è lontana dal poter esultare. «La vera sfida per noi comincia ora – ammette l’amministratore delegato Leonardo Corbucci – La affrontiamo con tutte le carte in regola».

Corbucci, partiamo dai passeggeri, uno dei tasti dolenti del ‘Fellini’. Il 2018 si chiuderà con poco più di 300mila passeggeri. Quando l’aeroporto spiccherà davvero il volo?

«Lavoriamo per arrivare a 750mila passeggeri entro il 2023, a 2 milioni entro il 2048. Ma la svolta la si vedrà già dal prossimo anno. Partiamo da Ryanair: i voli stanno andando tutti molto bene (Londra in particolare, ma anche Cracovia e Kaunas) e con la compagnia c’è la volontà di potenziare nel 2019 sia le frequenze settimanali che le rotte. Il volo per Londra potrebbe diventare annuale, ci sono trattative per altri collegamenti. Ecco perché prevediamo di raddoppiare il numero di passeggeri di quest’anno (50mila), arrivando a 100mila nel 2019».

Si è parlato spesso del ritorno di voli dalla Germania. Come vanno le trattative?

«C’è stato un incontro operativo anche l’altro ieri. Non abbiamo ancora chiuso ufficialmente con la Lufthansa, posso anticipare che ci sarà quasi certamente un volo da Monaco di Baviera e forse se ne aggiungeranno altri. Però sui voli va chiarita una cosa».

Quale?

«Il traffico del ‘Fellini’ è sempre stato molto legato a charter e voli con i i tour operator. Per aumentare i collegamenti, occorre puntare sui voli di linea. Che funzionano se riusciamo a fare passeggeri non solo in arrivo, ma anche in partenza da Rimini. È poi fondamentale il coinvolgimento e il sostegno del territorio per sviluppare le nuove rotte».

Il mercato della Russia è in sofferenza. Come porre rimedio?

«La crisi di Nathalie tour, Danko e altri operatori ci dicono che dobbiamo lavorare non più solo con i tour operator ma cercare, anche qui, di aumentare i voli di linea».

Enac ha chiesto un forte piano di investimenti sulle infrastrutture per i prossimi quattro anni. A che punto siamo?

«Il piano che stiamo discutendo da mesi insieme a Enac, per il periodo 2020-2023, prevede circa 22 milioni di investimenti: 10,5 sulle piazzole e sulla pista, 3 per il terminal, 5 per le aree esterne. Interverremo sulla viabilità e acquisteremo terreni per farci altri parcheggi, sarà migliorato l’ingresso all’aeroporto. Altri 3 milioni andranno in sicurezza: nuove telecamere e mezzi e una control room».

Cercherete nuovi soci per affrontare la spesa?

«Al momento no. Siamo abbastanza solidi. Contiamo di ottenere i finanziamenti pubblici destinati, a tutti gli aeroporti, per i lavori infrastrutturali. Prima di partire, però, dovremo avere tutte le autorizzazioni da Enac e dagli altri enti».