"Salvataggi, il servizio va esteso a tutto settembre"

Appello dell’associazione di categoria: "L’attuale formula è insufficiente"

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"Stiamo assistendo a un notevole afflusso di fruitori delle spiagge in totale assenza del servizio pubblico di salvamento, ad oggi fornito e gestito in ottica di risparmio economico aziendale da parte dei balneari e a discapito delle collettività, in tutto in concordanza con le amministrazioni comunali". L’associazione Marinai di salvataggio provinciale torna a lanciare il proprio grido d’allarme, come a ogni vigilia d’estate negli ultimi anni.

Gli ’uomini rossi’ segnalano che nell’ultimo fine settimana, "come da report fotografico e da numerosissime testimonianze pubblicate anche sui social digitali e mass media, si è verificato un afflusso degno di un weekend estivo in piena regola, con lettini affittati e chioschi di bar e ristorazione aperti e pieni di clienti". "Nonostante ciò, l’assurdità vuole che l’ordinanza balneare regionale e comunale prevedano la possibilità di offrire al pubblico il noleggio di attrezzature (lettini, ombrelloni, ecc..) senza l’obbligo di salvaguardare la vita dei propri clienti, fruitori di tali servizi, grazie all’indicazione in ordinanza balneare della clausola denominata elioterapia, un vero e proprio escamotage commerciale per non dover garantire il servizio di salvamento nei periodi di inizio e fine stagione estiva" (da sempre l’ultimo weekend di maggio e il secondo di settembre).

"In qualità di soccorritori e visto il perpetrarsi della gravi irresponsabilità sociali in merito – insiste l’associazione – si sostiene che la gestione e la fornitura del servizio di salvamento, essendo un servizio pubblico essenziale, venga gestito e fornito senza riserve di delega direttamente dalle amministrazioni territoriali locali (Comuni o Regione) e non da imprese commerciali prive del benché minimo senso civico". Tra le richieste dei marinai quella di "mezzi adeguati per i soccorsi, come ad esmepio le moto d’acqua: ne basterebbe una ogni chilometro e mezzo di spiaggi".

Mario Gradara