"Salvi grazie a Dio. Torneremo in Ucraina"

Irina Markova era con sorella, figlia e nipoti a bordo del bus che si è ribaltato in autostrada: i cinque accolti all’hotel Abc di Rivazzurra

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di Giuseppe Catapano

"Abbiamo avuto paura di morire, certo. Il primo pensiero è andato ai nostri bambini. E ringraziamo Dio per essere qui". Irina Markova era a bordo di quel bus. Ha visto l’orrore della guerra, così come ha visto materializzarsi attimi di terrore proprio quando il peggio sembrava alle spalle: un pullman proveniente dall’Ucraina che si ribalta tra Cesena Sud e Valle del Rubicone – la prima ipotesi è che uno degli autisti abbia avuto un colpo di sonno, l’uomo è indagato per omicidio stradale – e una donna di 32 anni, che scappava dal conflitto, morta.

Il bus era partito da Khmelnytskyi, aveva fatto tappa a Mestre e a Bologna, quella successiva era Rimini e la destinazione finale Pescara. A Rimini, alla fine, Irina è arrivata insieme alla figlia di 12 anni, che dopo l’incidente è stata portata all’ospedale Infermi per un lieve trauma alla gamba, alla sorella e ai suoi due figli. Ad accogliere i cinque – qui c’è un loro familiare – è stato Dmytro Payusov: quest’ultimo, ucraino dal 2012 in Romagna, ha costituito una società senza scopo di lucro insieme alla connazionale Marta Gladysheva proprio per dedicarsi all’accoglienza di chi scappa dalla guerra. Dmytro e Marta stanno ospitando i profughi all’interno dell’hotel Abc di Rivazzurra, destinandolo all’accoglienza degli ucraini in accordo con la proprietaria della struttura. Proprio lì Irina, sua sorella e i rispettivi figli hanno trovato la tranquillità che cercavano dopo un viaggio lungo 24 ore e un incidente in cui ha perso la vita una donna. "Dal punto di vista morale – racconta Irina, appena varcata la porta d’ingresso dell’hotel Abc – mi sento meglio di qualche ora fa. Mia figlia ha un po’ di dolore, ma il peggio è alle spalle. Noi cinque eravamo in coda all’autobus, negli ultimi posti, e forse grazie a questo non abbiamo riportato gravi conseguenze. Ricordo che a un certo punto l’autobus si è spostato verso destra, forse per un colpo di sonno dell’autista: chi era all’interno ha avuto paura, abbiamo capito che stava succedendo qualcosa di brutto".

Il mezzo si ribalta, molti dei passaggeri riescono a uscire con le proprie gambe, nel frattempo arrivano i soccorsi. "Sono stati degli attimi molto brutti, abbiamo subito controllato che i bambini stessero bene. Posso solo ringraziare Dio perché siamo tutte salvi, così come ringrazio tutti coloro che ci hanno aiutato nel corso del viaggio e chi ci sta accogliendo qui a Rimini". Ha visto la guerra, Irina. "Qualcosa di indescrivibile, di bruttissimo. I bombardamenti, gli aerei sopra la città, le sirene antiaeree. Questo conflitto deve finire presto. E, quando accadrà, io tornerò in Ucraina". Intanto Dmytro e Marta dedicano il loro tempo all’accoglienza dei connazionali. "Vogliamo fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità – racconta l’uomo, che lavora come magazziniere a San Marino – per dare supporto a chi scappa dalla guerra". All’hotel Abc alloggiano circa 90 persone. "Si tratta soprattutto di donne con bambini. Allo stesso modo ci attiviamo per far arrivare in Ucraina generi di prima necessità, di cui c’è bisogno. Chiediamo il sostegno di chiunque voglia aiutarci in questa missione, arrivano tante persone, i posti non bastano anche se i volontari fanno il massim. Noi stiamo sostenendo spese alte, senza grandi aiuti". All’ospedale di Rimini, dopo l’incidente, è stato portato anche un uomo che si era fermato a prestare soccorso: per lui qualche escoriazione, è stato subito dimesso.