"Qual è lo stato di salute della democrazia a San Marino?". Se lo sono chiesti venerdì sera alla prima serata della festa dell’amicizia della Democrazia Cristiana. Una partenza con il botto, con oltre 2.000 persone a Serravalle, tra piazza Bertoldi e la terrazza ex ritrovo, per il tradizionale appuntamento organizzato dal Pdcs nel quale da più di mezzo secolo si celebra l’attività del partito, ma anche la politica sammarinese più in generale. Al primo dei tre dibattiti in programma (la festa si concluderà questa sera) hanno partecipato praticamente tutti i partiti sulla scena politica del Titano: Massimo Andrea Ugolini per la Dc, Gian Nicola Berti per Alleanza Riformista, Giuseppe Maria Morganti di Libera, Gerardo Giovagnoli del Partito dei socialisti e dei democratici, Gaetano Troina di Motus Liberi, Giovanni Maria Zonzini di Rete e Nicola Renzi di Repubblica Futura. È stato il capogruppo della Dc Ugolini ad aprire il dibattito. "Se la politica sarà in grado di continuare a fare riforme che danno prospettiva e sicurezza alla cittadinanza – ha detto – recupereremo la fiducia. Credo che il nostro status giuridico e le nostre peculiarità siano uniche sul panorama europeo, e potremo essere di esempio per gli altri Paesi più grandi, grazie alla nostra tradizione democratica secolare".
La scarsa partecipazione della gente alla politica preoccupa Zonzini. "Questo è un problema per le istituzioni e per la democrazia. Tutti i partiti dovrebbero interrogarsi sulla capacità di partecipazione della gente". Di parere opposto Berti. "Il 78% della popolazione – chiarisce il capogruppo di Alleanza Riformista – è venuto a votare. Dobbiamo fare una riflessione ad ampio spettro. Il popolo è legato alla vita democratica". Nicola Renzi ritiene che sia necessario ragionare sulle riforme istituzionali. "RF aveva proposto l’insediamento di una commissione a tale scopo – riprende Renzi – e salutiamo con favore il fatto che la Maggioranza abbia messo questo impegno nel programma di governo". Poi sulla ’storia’ dei movimenti politici. "Hanno avuto una funzione rilevante – rileva GIovagnoli – raccogliendo un disagio presente nella gente. Il limite è stata la mancanza di un indirizzo di sviluppo del Paese, e l’incapacità di fare un salto di qualità. Oggi c’è rinnovata fiducia verso i partiti storici e questo è evidente".